Una mamma: «Treni in ritardo
Così devo partire prima. E i figli?»

«Buongiorno, sono una pendolare, nonché madre di famiglia, che ogni giorno compie la tratta da Bergamo a Milano-Porta Garibaldi. Conciliare il ruolo di mamma con quello di lavoratrice è sempre stato difficoltoso, ma ormai Trenord si impegna a fondo per renderlo pesantissimo. Infatti sono costretta a non poter più utilizzare il treno delle 7,16».

«Tale treno teoricamente mi permetterebbe di timbrare il cartellino entro i limiti consentiti dall'azienda, ma purtroppo è quasi sempre in ritardo ed è divenuto inservibile. Sono quindi costretta a prendere il 7,02 diretto in Centrale e a compiere poi trasbordi in metropolitana per arrivare a Garibaldi spendendo altri soldi per il biglietto Atm. In alternativa il 6,53 diretto a Garibaldi via Carnate».

«Al di là dell'ulteriore disagio e dei costi aggiuntivi, la cosa ancor più grave è la difficoltà di trovare persone disposte a prendersi cura dei miei bambini ad orari così mattinieri. Anche 15/25 minuti di differenza incidono pesantemente sull'organizzazione della famiglia. Evidentemente i signori di Trenord, presumo pagati a peso d'oro viste le loro grandi capacità, dispongono a casa loro di schiere di costose babysitter e di tate e quindi, poveretti, non possono capire certi piccoli problemi. Ringrazio per l'attenzione e porgo cordiali saluti».

Lettera firmata

© RIPRODUZIONE RISERVATA