La serrata della sala dell'oratorio San Giovanni Bosco di Zanica è dovuta a una singolare protesta messa in atto dal curato don Luca Gattoni e dallo staff di volontari che gestisce il cineteatro - annunciata sul sito della parrocchia - contro il comportamento della casa di distribuzione delle pellicole che per la terza volta in poche settimane non ha consegnato il film già programmato e, di conseguenza, pubblicizzato. «La stessa cosa era già capitata la scorsa settimana con il film "Viaggio a centro della terra" - spiega don Luca - che siamo stati costretti a rimpiazzare all'ultimo momento con "Sissi principessa alla riscossa": il risultato è che sabato sera sono venuti a vederlo il 12, domenica pomeriggio in 70 e la sera nessuno, su una media solita di 300 persone la domenica e 100 il sabato sera. Stessa cosa a fine ottobre con "High School musical 3", che siamo poi riusciti ad avere due settimane dopo, quando ormai la maggior parte delle persone l'aveva già visto nelle multisale. Riteniamo questa situazione assolutamente poco rispettosa sia di chi gestisce la sala, sia del nostro affezionato pubblico».
Da qui la decisione di non proiettare per questo fine settimana nessun film «di rimpiazzo», anche per protestare contro quello che è stato definito «lo strapotere delle multisale, che - aggiunge don Luca - in barba a qualsiasi rispetto della concorrenza e delle pari opportunità, trattengono per sé più copie dei film, prolungandone la programmazione quando ha particolare successo, impedendo così alle sale parrocchiali, non solo la nostra, di proiettare i titoli più interessanti e costringendoci a soluzioni di ripiego che penalizzano il pubblico e, di riflesso, l'incasso. Sappiamo già in partenza che questa piccola protesta è una goccia in mezzo al mare, perché le case di distribuzione incassano più facilmente con le grandi sale e poi con l'uscita in dvd, non avendo alcun interesse a investire sulle sale parrocchiali. Ma se non cambiano le politiche commerciali non si viene più fuori da questa situazione per noi molto penalizzante». Intanto, sul sito della parrocchia (www.parrocchiazanica.it) sono già arrivate decine di mail di solidarietà a don Luca e ai volontari della sala: «Mio figlio e io siamo molto dispiaciuti di non poter venire a vedere i film da voi - ha scritto un genitore -: è il nostro cinematografo preferito! Comodo, vicino a casa, con buona qualità visiva e sonora, volontari sempre gentili e sorridenti, ottima scelta dei titoli. Comunque aspettiamo di vederli da voi questi film. Non ci importa di vederli un po' dopo ...». Chi invece non condivide la protesta è don Emilio Majer, direttore del Sas (Servizio assistenza sale cinematografiche) di Bergamo e delegato diocesano dell'Associazione cattolica esercenti cinema (Acec): «Se le sale che già sono in difficoltà chiudono per protesta, rischiano di perdere anche quel poco pubblico che hanno. Le problematiche sollevate sono reali, ma è un discorso che ci troviamo a subire un po' tutti, per questo non condivido la forma di protesta. Il commercio, anche quello cinematografico, funziona su regole capitalistiche, dove chi è più grosso prevale sul più piccolo, ma non stiamo dicendo nulla di nuovo. Anche al "Conca Verde" o al cinema "del Borgo" di Bergamo, che gestiamo direttamente, non sempre riusciamo ad avere i film che vogliamo, e a prevalere in questo caso sono le sale cittadine, non le multisale. Tutto sta alla capacità dei singoli cinematografi di capire le regole di mercato e promuoversi di conseguenza».
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