Negli uffici di piazza Dante - è il pubblico ministero Domenico Chiaro il titolare delle indagini - cominciano a piovere gli atti sui tafferugli di via Paglia, fascicoli che per il momento riguardano solo i manifestanti dell’area antagonista (due arrestati, 57 denunciati a piede libero). Gli agenti della Digos, che in questi giorni - tra cortei politici, partite di calcio e manifestazioni sindacali - hanno lavorato come forsennati, non sono ancora riusciti a dar corso all’imminente inchiesta che si annuncia nei confronti degli esponenti di estrema destra: apologia del fascismo (i saluti romani e i cori «Duce, Duce»), manifestazione non autorizzata (il corteo dal piazzale della Malpensata alla sede di via Bonomelli) e porto abusivo di oggetti atti a offendere (le aste di bandiera impugnate come bastoni, anche se poi non sono state utilizzate) sono i reati che potrebbero ipotizzarsi nei confronti dei militanti di Forza Nuova.
Non è lassismo, quello degli inquirenti, né questione di preferenze: gli investigatori hanno dato la precedenza ai fatti più gravi, e cioè gli scontri con contusi tra le forze dell’ordine, che oggettivamente sono stati provocati dai giovani dell’area di sinistra. Per quelli di destra bastano per ora le riprese delle telecamere: le immagini ci sono e saranno il punto di partenza dell’inchiesta bis. Si tratterà di identificare chi ha esibito il braccio teso o brandito bastoni, ed è chiaro che, con le riprese in mano, gli agenti della Digos possono agire senza la frenesia che rischia di far incorrere nell’errore (le identificazioni, nei confronti di gente che indossa il casco e ha il volto travisato, a volte si ottengono da dettagli che emergono solo dopo ripetute visioni e confronti).
Nel mirino degli inquirenti potrebbero entrare anche le scritte contro il sindaco Roberto Bruni (è stata usata vernice spray nera), che qualche appartenente ai centri sociali ha lasciato sui muri della città durante la manifestazione di sabato pomeriggio.
Il compito che si profila per gli inquirenti non è dei più semplici, anche perché par di capire che a livello politico il clima si stia surriscaldando assai. «La prospettiva non è propriamente bella – ammette Adriano Galizzi – soprattutto considerando che ci stiamo avvicinando alla campagna elettorale. Bisognerà stare attenti e far capire a tutti che non si può usare la violenza né si possono assumere atteggiamenti provocatori e di tipo squadrista».
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