Sfilata dei carri di Mezza Quaresima
Divieto di fermata, ma si potrà danzare

Non mi fermo né al primo, né al secondo, né al terzo ostacolo, perché... come dice quell'antico detto della provincia di Chiavari? «Chi si ferma è perduto!». Una battuta entrata di diritto nella hit parade del meglio del cinema italiano inventata da un formidabile Totò nei panni di un certo ragionier Guardalavecchia e indirizzata a un improbabile usciere Napoleone. Una nostrana boutade che del resto, a 49 anni di distanza dalla celebre pellicola con il Principe De Curtis, può essere presa a prestito, tale e quale (Siae permettendo), da un Duca. Per la precisione da Liber Prim, prima testa coronata del Ducato di Piazza Pontida, come slogan della prossima sfilata di mezza Quaresima in programma il 22 marzo. Vige infatti, da regolamento per carri e gruppi iscritti al défilé carnascialesco, l'imperativo categorico declinabile con i verbi camminare, procedere, marciare, incedere, muoversi, percorrere. Sfilare insomma. Un precetto in pieno stile quaresimale (dove la trasgressione non è imputabile come colpa veniale) che non tollera i predicati opposti come fermarsi, arrestarsi, sostare, soffermarsi oppure trattenersi. A ognuno la scelta sul logos più appropriato da affiancare all'appuntamento in maschera purché possieda «gambe buone» per andare avanti da viale Papa Giovanni XXIII fino al traguardo di via Moroni. Tutto ciò, come sembrava invece da indiscrezioni sul pacchetto normativo della sfilata, non preclude la possibilità di danzare, cantare e dare spettacolo. «Anzi tutto ciò è auspicabile - precisa il Duca Liber Prim - purché carri e gruppi guadagnino metri di strada senza indugiare davanti al pubblico in coreografie «statiche». Tutto per evitare che i dieci metri tra una compagine e l'altra non diventino cento rompendo di fatto quel continuum allegorico». Non significa che si debba correre, bruciando asfalto, rubando minuti al tempo. Forse l'espressione più azzeccata è quel «festina lente» (gli inglesi direbbero on slow), quell'affrettarsi piano attribuito da Svetonio all'imperatore Augusto. Andare avanti si, ma con un ponderato incedere. Un giusto equilibrio tra ghepardo e bradipo.

Le polemiche che vedevano nell'inesistente divieto alla danza un diktat per i gruppi di extracomunitari naturalmente propensi all'arte di Tersicore sono tutte rientrate. Proprio nei giorni scorsi, sul sito dell'associazione «Yanapakuna» che unisce Italia e Bolivia, tutto lo sconforto per essere stati esclusi dalla manifestazione perché «danzatori invece che buoni camminatori». Ma lo stesso presidente Sergio Valda ora si sente più rassicurato. «Giovedì sera ci siamo chiariti sull'interpretazione delle norme della sfilata. Visto che si può danzare noi ci saremo. Proporremo un ballo chiamato "kullawada" che rappresenta i filatori della lana d'alpaca e di pecora dell'altopiano boliviano di grande importanza sociale prima dell'arrivo degli Spagnoli sul finire del 1400».

Iscriversi alla sfilata è ancora possibile presentandosi alla sede del Ducato di Piazza Pontida (www.ducatodipiazzapontida.it) nei giorni 9, 10, 12, 16, 17 marzo, dalle 15.30 alle 18. Ci si potrà iscrivere anche tutti i giovedì sera dalle 21 alle 22 fino al 19 marzo. Chi aspetta l'invito è Clara Torrez del Gruppo cultural-folklorico Bolivia. Si tratta di una cinquantina di dinamici boliviani che si stanno allenando a passi di «morenada» un ballo tipico della terra sudamericana. Sul divieto di fermarsi la Torrez usa l'ironia: «Sicuramente cammineremo così come da regolamento, ma se qualcuno davanti a noi si blocca certamente non possiamo passarci sopra». E conclude con una risata compiaciuta. Suvvia, è Carnevale.

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