L’Associazione Italiana Persone Down sta promovendo, anche a Bergamo, una campagna di sensibilizzazione nei cinema (ha aderito l’Uci Curno) con la proiezione dello spot «Assumiamoli!». L'accesso al mondo del lavoro è garanzia di autonomia per la persona Down ed è possibile (con risultati produttivi) per la maggioranza, ma l’opinione pubblica e soprattutto le aziende non ne sono ancora convinte. La campagna 2009 quindi chiede ai datori di lavoro di mettere alla prova un Down, offrendo contemporaneamente il supporto delle associazioni per un buon inserimento.
Un invito rivolto al settore pubblico e privato perché le convenzioni, le norme, e le buone prassi si traducano finalmente in azioni concrete al di là di preconcetti e pregiudizi. In una ricerca del Coordinamento Nazionale delle associazioni, su un campione di 1167 persone maggiorenni con sindrome di Down, solo il 10% lavora con un regolare contratto di lavoro. Un altro 8% si avvale di tirocini formativi, tirocini finalizzati all'assunzione, borse lavoro. Occorre una rete di coordinamento per far incontrare domanda e offerta, realizzando il «collocamento mirato», Lo slogan della campagna 2009 è «Metteteli alla prova!».
In Italia 1 bambino su 1200, ovvero quasi due bambini al giorno, nascono con la sindrome di Down. La conseguenza di questa alterazione cromosomica è una disabilità caratterizzata da un variabile grado di difficoltà nello sviluppo intellettivo, fisico e motorio. Il nome "sindrome di Down" è dovuto al dott. Langdon Down, che per primo nel 1866 la descrisse. Si stima che oggi vivano in Italia circa 38.000 persone con sindrome di Down, delle quali 23.000 adulte.
Il Coordinamento Nazionale delle Associazioni delle persone con sindrome di Down è una Associazione di Promozione Sociale costituitasi formalmente dal 2005, ha sede legale a Roma e sede operativa a Genova. E' composta attualmente da 82 associazioni che si confrontano su tematiche e problematiche comuni e sono punto di riferimento per le famiglie e gli operatori sociali, sanitari e scolastici per tutte le problematiche riguardanti la sindrome di Down.
Quest'anno ricorre anche il 50° anniversario della scoperta del professor Jerome Lejeune che ha individuato, nelle persone con sindrome di Down, la presenza di un cromosoma in più nella coppia n.21, motivo per cui questa condizione genetica è scientificamente definita anche «Trisomia 21».
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