Al lavoro in centro a Bergamo
Auto o bus: non cambia molto

Al lavoro in città, meglio in auto o il pullman? Cronometro alla mano, abbiamo provato a rispondere alla domanda mettendoci nei panni dei lavoratori che ogni mattina raggiungono il centro da alcuni comuni dell’hinterland, ovvero Ponteranica, Stezzano, Torre Boldone, Ponte San Pietro e Lallio.

La destinazione è sempre Porta Nuova, la fascia oraria quella tra le 8 e le 9. Il primo dato che emerge dal nostro esperimento è che, se partenza e arrivo non cambiano, i tempi di percorrenza in pullman e al volante sono pressoché identici. Ecco i numeri: la linea 7 ci conduce ai Propilei da Ponteranica (via IV Novembre) in 22 minuti esatti. L’auto ne risparmia soltanto due. Saliamo sul bus 11A che copre la tratta Torre Boldone-Porta Nuova alle 8,30, per arrivare in centro alle 8,56; il traffico è molto intenso fino in via Suardi, ma in via Camozzi il bus ha il vantaggio della corsia preferenziale, e infatti l’auto risparmia solo cinque minuti.

La storia non cambia se ci spostiamo verso sud: la linea 6 da Stezzano parte alle 8,42 dal piazzale della Libertà e arriva in centro solo alle 9,11; qui in auto non c’è alcun risparmio. E il mezzo privato fa addirittura peggio del bus venendo da Ponte San Pietro: la linea 8 lascia alle 8,02 il sottopasso le Crocette e arriva a Porta Nuova alle 8,31; in auto, partendo alle 7,59 siamo arrivati a destinazione soltanto alle 8,32.

Per completare il quadro manca la direttrice Lallio-Porta Nuova servita dalla linea 5: partendo alle 8,35 dal paesino ci vogliono venticinque minuti per raggiungere il centro città, in macchina si risparmiano due minuti.

Certo, con il bus c’è il tempo di attesa alla fermata, i percorsi non sono sempre così lineari e solo pochi fortunati hanno una pensilina sotto casa. In più, c’è il fattore affollamento, che in certi orari e su certe tratte rende il viaggio scomodo.  I tempi si allungano quando le linee da prendere sono due. Un lettore ci scrive: «Da Mozzo a Città Alta in auto spendo meno di 15 minuti di tempo, in autobus oltre un’ora».

In generale, però, il piccolo esperimento dimostra che esistono anche percorsi lungo i quali, nel traffico dell’ora di punta, la scelta del mezzo pubblico non risulta poi così penalizzante, e ha dalla sua la possibilità di risparmiare rispetto ai costi della benzina e del parcheggio. E sembra che in effetti i lavoratori sui bus siano in lieve aumento. O meglio, l’utenza rimane per la maggior parte formata da studenti, anziani e stranieri.

I lavoratori orobici che vanno in ufficio in bus si aggirano attorno al 10%. «Negli ultimi tempi comunque sono aumentati – rileva un autista –. Sarà stato l’exploit del prezzo della benzina, ma si vedono più persone che prendono il pullman per andare al lavoro». Crescita riferita anche da Atb: «Per esempio, salgono a bordo più liberi professionisti: oggi rappresentano il 6% dei viaggiatori – rileva il direttore di Atb Gianni Scarfone –. In Italia l’utilizzo del trasporto pubblico sta diventando per fortuna una scelta più diffusa, anche per convenienza economica. Dove si è lavorato a un miglioramento dell’offerta, come abbiamo fatto noi con il ridisegno del sistema nel 2005, i risultati ci sono stati: negli ultimi tre anni, i viaggiatori sono aumentati del 10%».

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