Truffe alle imprese in difficoltà
La GdF denuncia 19 persone

La compagnia della Guardia di Finanza di Luino ha scoperto una banda dedita alla commissione di reati di frode fiscale, abusivismo finanziario, di falso e truffa, radicato in provincia di Varese, che operava mascherato da organismo consolare. Fra i truffati anche alcune aziende bergamasche.

Sono state denunciate all'autorità giudiziaria 19 persone, sei delle quali considerate componenti di un'associazione per delinquere. Al termine delle indagini durate oltre un anno, i finanzieri hanno raccolto e messo a disposizione della locale Procura della Repubblica, in esecuzione di specifiche deleghe di indagine, elementi probatori su delitti, continuati nel tempo, commessi da un gruppo di persone che operavano sia in provincia di Varese che in altre provincie lombarde, in particolare Milano, Brescia e Bergamo.

Gli indagati camuffavano la loro reale attività, utilizzando lo «schermo» e le «insegne» di un inesistente organismo consolare, emanazione di un' istituzione straniera, e svolgevano un'apparente opera di consulenza aziendale, riuscendo a perfezionare truffe microscopiche a danno di aziende in crisi economica e finanziaria. Per rendere credibile la loro attività illecita facevano sembrare effettiva l'attività diplomatica e verosimile quella di consulenza, ostentando tesserini, targhe, insegne d'ingresso, automobili con targa straniera (risultate rubate nel corso delle indagini), lampeggianti a luce blu per automobili, fotografie che li ritraevano con personaggi noti al pubblico, anche politici, ed altri oggetti.

Gli organizzatori avvicinavano imprenditori in difficoltà economica e dopo averli convinti, si appropriavano, di fatto, della gestione delle loro aziende (inducendoli anche a firmare con l'inganno documenti amministrativi), utilizzandole come strumenti per realizzare manovre illecite e ottenere benefici personali, attraverso l'emissione e l'utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, l'abusivo esercizio di mediazioni e promozioni finanzierie, la violazione delle norme antiriciclaggio e la commissione di svariati reati di falso, consistenti, per lo più in contraffazioni di documenti anche con l'apposizione di firme apocrife. Erano agevolati da uno studio commercialistico d'appoggio, operante in provincia di Varese, e dalla connivenza di alcuni funzionari bancari, tramite i quali avveniva lo svuotamento sistematico dei conti correnti delle imprese.

L'importo delle fatture fittizie, utilizzate per commettere le frodi fiscali, è stato quantificato in circa 2 milioni di euro. Nell'ambito di una delle perquisizioni domiciliari sono stati trovati sequestrati, tra l'altro, 100 grammi di hashish, tre spinelli, un bilancino elettronico ed un fucile da caccia. In quell'occasione il principale responsabile delle attività illecite, era stato arrestato in flagranza di reato.

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