Protesta dei detenuti, tensione
in carcere per il sovraffollamento

Sale la tensione fra le mura della Casa circondariale di via Gleno, che come la maggior parte delle carceri italiane è alle prese con condizioni di ormai cronico sovraffollamento. Già da venerdì 22 maggio alcuni detenuti hanno inscenato varie forme di protesta, battendo contro le sbarre delle celle, dando fuoco a pezzi di carta e facendo lo sciopero della fame. Il culmine sabato sera, quando la protesta si è fatta più vibrante e qualche agente della polizia penitenziaria, intervenuto per calmare gli animi, è rimasto contuso in maniera lieve.

I detenuti nella Casa circondariale di Bergamo sono oltre 500, contro una capienza sulla carta di neppure 250. Negli ultimi tempi sono state sistemate brande anche nelle sale adibite alla ricreazione. Settimana scorsa si sono verificati un suicidio e un tentato suicidio. Ma dopo sabato sera, domenica 24 maggio si sono registrati segnali positivi: «C'è stato qualche attimo di tensione - ha confermato il capo di gabinetto della Prefettura, Anna Famiglietti - ma la situazione è già tornata alla normalità».

LA PROTESTA DEI DETENUTI
La protesta dei detenuti è iniziata a montare nella giornata di venerdì, con la «battitura», ovvero la percussione (con oggetti vari) delle sbarre delle celle, per fare rumore. Alcuni carcerati hanno fatto anche lo sciopero della fame, mentre altri hanno dato fuoco a pezzetti di carta, provocando piccoli incendi. Sabato sera la polizia penitenziaria è intervenuta per riportare la calma e qualche agente sarebbe rimasto contuso in modo lieve (circostanza non confermata dalla Prefettura, a cui non risulta nessun ferito). In merito alla protesta dei detenuti, domenica non è stato possibile mettersi in contatto con il direttore della Casa circondariale di via Gleno, Antonino Porcino, per una dichiarazione. Dal carcere, comunque, è stato confermato che il clima starebbe tornando alla calma e che vi sarebbero segnali positivi rispetto a un prossimo alleggerimento della struttura e a un conseguente alleviamento dei problemi di sovraffollamento.

LA PROTESTA DEGLI AGENTI
Ma se da un lato protestano i detenuti, va ricordato che nei giorni scorsi hanno protestato anche alcuni degli appartenenti alla polizia penitenziaria. In una nota sindacale inviata al direttore del carcere, il segretario provinciale della Cisl Fns (Federazione nazionale della sicurezza) Francesco Trové, sottolineava che «la situazione è al collasso. La presenza di detenuti in numero doppio rispetto alla capienza tollerabile per questo istituto comporta la sempre maggior consistente ubicazione in modo duraturo di detenuti in salette ricreative. Tali stanze sono prive di ogni requisito igienico-sanitario, la cui gestione rappresenta una minaccia, oltre che per la salute collettiva, anche per la sicurezza e l'ordine dell'istituto». I sindacati hanno perciò organizzato un presidio simbolico all'esterno del carcere e adottato la forma di protesta dell'astensione dal servizio mensa. Protesta, quest'ultima, che ieri è rientrata: «Alla luce dei segnali positivi per un miglioramento della situazione - ha spiegato il segretario regionale della Cisl Fns, Eupremio De Tomasi - abbiamo ritenuto di revocare l'astensione dalla mensa. Lunedì 25 maggio con una nota al Provveditorato regionale delle carceri chiederemo che per il momento non vengano assegnati dalla Lombardia ulteriori detenuti».

BRANDE NELLE SALE RICREATIVE
Con il doppio dei detenuti - e un'ala nuova pronta da anni e tuttora chiusa perché non ci sono agenti sufficienti a garantire la sorveglianza - il carcere scoppia. Lo testimonia il fatto che diversi detenuti sono stati sistemati anche nelle sale normalmente adibite alla ricreazione. Ma nel contesto del sovraffollamento, una delle questioni più delicate è anche quella della sezione di isolamento. Che è piena. Difficile dunque far leva sulla misura dell'isolamento per cercare di calmare detenuti che eventualmente diano in escandescenze. E proprio nella sezione d'isolamento è avvenuto il fatto tragico della scorsa settimana: nella notte fra lunedì 18 e martedì 19 un detenuto marocchino si è tolto la vita impiccandosi in cella. Un episodio analogo s'è ripetuto a distanza di 48 ore, nella notte fra mercoledì e giovedì: in questo caso, però, il detenuto è stato salvato dall'intervento degli agenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA