Gioielliera picchiata e rapinata
a pochi giorni dalla pensione

Pugni alla testa e schiaffi al volto, calci, minacce per aprire la cassaforte e consegnare i preziosi. È successo alla titolare di una gioielleria di via Cesare Battisti, in città, picchiata selvaggiamente da un rapinatore solitario, fuggito con un bottino di diamanti e oro grezzo del valore – secondo primissime stime – di almeno 20-25 mila euro.

La donna, Mirante Brugnetti, 65 anni, residente a Gorle, trascorsi quegli interminabili minuti di terrore, ha dato l’allarme ed è stata portata all’ospedale Humanitas Gavazzeni, con diverse lesioni al corpo e al volto, in particolare alla bocca e ai denti. È stata dimessa solo dopo alcune ore, nella tarda serata di giovedì.

«E pensare – ha detto il figlio Alfio Mazzucchetti – che da sabato prossimo mia mamma sarà in pensione...». Il rapinatore, descritto come giovane, ben vestito, accento bergamasco, si è dileguato senza lasciare tracce.

Il fatto è di ieri nel tardo pomeriggio di giovedì 18 giugno. La gioielleria «Miri» si trova in via Cesare Battisti 3/B, la via del parco Suardi, vicino alla concessionaria Piaggio, sullo stesso lato della strada dove sorgono anche il negozio di dischi Dentico e diverse altre attività commerciali. Una via, dunque, dove il viavai di auto e pedoni è continuo.

Sono le 18,30 quando in gioielleria entra un uomo sui 30-35 anni, capelli e occhi scuri, maglietta scura e jeans, all’apparenza per bene, accento locale. Chiede alla titolare della gioielleria, Mirante Brugnetti, di poter vedere alcune fedi nuziali. La commerciante gliene mostra diverse e lui le prova per vedere come gli stanno al dito.

Sembra davvero un cliente come tanti altri. Uno dei tanti che la negoziante ha servito, in quindici anni di attività in via Battisti, senza che le capitasse mai nulla di male.

Mirante Brugnetti, invece, presto capisce che quella delle fedi nuziali è solo una scusa. Il giovane che ha di fronte all’improvviso si avventa su di lei e la colpisce con schiaffi, pugni e calci. «Mia madre - racconterà poi il figlio Alfio - mi ha detto che quell’individuo le teneva la testa sotto un braccio, e con l’altra mano le dava dei pugni, proprio sul capo. Quando l’ho vista, aveva sangue sul volto, sulla bocca e sui vestiti».

Dopo le percosse, il rapinatore costringe la donna ad aprire la cassaforte: «Non ha preso tutto - ha spiegato il figlio della commerciante -, pare si sia concentrato sui diamanti e l’oro grezzo. Ma dobbiamo ancora fare l’inventario». Lo sconosciuto conduce la donna in bagno e chiude la porta. Infine scappa col bottino, senza dare nell’occhio. Si porta via anche le chiavi della gioielleria.

Mirante Brugnetti, appena avuta la certezza che l’aggressore sia uscito, telefona subito al figlio Alfio Mazzucchetti, che accorre. Intanto è stato dato l’allarme e arrivano anche l’ambulanza e la polizia. Le ricerche in zona non danno esito: nessuno ha visto fuggire il malvivente, che in breve sparisce nel nulla.

La commerciante, sanguinante e sotto choc, viene portata al pronto soccorso dell’ospedale Humanitas Gavazzeni. Sarà dimessa soltanto in serata. Il bottino del colpo è ancora da quantificare con precisione. «Penso che il valore della merce rubata non sia inferiore a 20-25 mila euro - ha ipotizzato Alfio Mazzucchetti -, ma non è stato ancora fatto un inventario».

Alla gioielleria «Miri» sono intervenute le volanti della Questura e gli investigatori della squadra mobile, che ora stanno conducendo le indagini per cercare di risalire all’autore della violenta rapina, commessa in centro e in un orario in cui c’era ancora molta gente in giro.

Sulla vetrina del negozio di preziosi un cartello comunica che l’ultimo giorno di lavoro per la gioielleria sarà sabato 27 giugno. Neanche 10 giorni alla pensione, dunque, per Mirante Brugnetti. «In quindici anni non le era mai successo nulla», ha detto il figlio, incredulo. Certo, chi ha agito lo ha fatto seguendo un piano preciso, sapeva cosa voleva e come fare a ottenerlo.

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