Task force per stanare
i «cappi» dei bracconieri

Boschi, mulattiere e prati al setaccio nel comune di Sedrina, in particolare sopra l'abitato di Pratomano. Sono stati trovati infatti tre «lacci» utilizzati dai bracconieri per la cattura di animali, in particolare caprioli e cani, ma anche ungulati in genere. L'allarme è scattato quando un residente di Stabello ha sentito a qualche centinaio di metri da casa, nella valle sul confine fra Zogno e Sedrina, l'abbaiare prolungato per parecchie ore di un cane. Attirato dal richiamo dell'animale, si è recato sul posto e ha trovato un cane di medie dimensioni imbrigliato al collo dal un laccio che non gli permetteva di liberarsi.

Immediato quindi il soccorso per evitare che la bestia potesse soffocare. Il «laccio» infatti entra in funzione quando l'animale, attirato solitamente dal cibo, inserisce la propria testa in un cordino, automaticamente la corda si stringe al collo e per l'animale non rimane altro che stare immobile. Muovendosi il cordino si stringe al collo e provoca il soffocamento.

«Capita spesso che l'animale impaurito inizi a muoversi - spiega Silvano Sonzogni, segretario dell'ambito territoriale di caccia Prealpino -, senza scampo». È una task force di cacciatori, polizia provinciale e residenti a passare al setaccio la zona. Per ora le aree si trovano nel territorio di Sedrina, ma sono parecchie le zone da controllare. «Le tre trappole sono state avvistate poco distanti dalle mulattiere - prosegue Sonzogni -, il bracconiere poteva senza difficoltà controllare se erano stati catturati degli animali. L'intento è scoraggiare questi strumenti».

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