Roffia e la riforma della scuola:
speriamo di cambiare davvero

«Mi auguro che questo momento storico cambi veramente le istituzioni scolastiche, valorizzando le risorse e le esperienze che già appartengono alla scuola bergamasca, ma anche introducendo elementi di innovazione di respiro europeo». Così il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Luigi Roffia.

«Mi auguro che questo momento storico lungamente atteso sia l’occasione per cambiare veramente le istituzioni scolastiche, valorizzando le risorse e le esperienze che già appartengono alla scuola bergamasca, ma anche introducendo elementi di innovazione di respiro europeo». Parla con entusiasmo della riforma della scuola superiore, da poco varata e che entrerà in vigore a partire dall’anno scolastico 2010/2011, il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Luigi Roffia, che in questi giorni ha incontrato in una conferenza di servizio i presidi delle scuole di ogni ordine e grado.

«Innanzitutto bisogna sottolineare che ci troviamo in un momento molto importante per la scuola perché siamo alla vigilia di una fase di profonda trasformazione della secondaria di 2° grado che cambierà l’assetto definito nel 1923 dalla riforma Gentile. In vista di questo, che non esito a definire un cambiamento storico, ho chiesto ai presidi di mettere in campo l’autonomia per l’organizzazione del tempo scuola. Ciò vuol dire che l’organizzazione della didattica, cioè del modo in cui si fa scuola, diventa competenza dei collegi docenti delle scuole autonome. Dei dirigenti come responsabili dell’identità della scuola e di tutti i docenti nel loro modo di insegnare le discipline. Il ministero infatti non dà indicazioni in questo senso, ma si limita a fornire il monte ore delle discipline e i profili d’uscita degli alunni».

«Il mio timore più grande è che si cambi l’etichetta ma non il modo di fare scuola».

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