La ragazza trovata nel fosso
«Volevo spaventare i genitori»

Inizierebbe ad ammettere le sue responsabilità la ragazza di 17 anni albanese scappata da casa domenica all'alba e ritrovata lunedì 24 agosto alle 20 in un fossato alla Roncola di Treviolo. Dopo essere stata visitata al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Bergamo, la ragazza è stata dimessa ed è stata ascoltata dai carabinieri di Ponte San Pietro: avrebbe raccontato di essersi allontanata di casa per via del litigio con i genitori e per alcuni problemi con il fidanzato. Lo avrebbe fatto, spiegano i militari, per spaventare i genitori e attirare l'attenzione.

Non è escluso che nelle prossime ore possa scattare una denuncia per procurato allarme. Non solo: un altro provvedimento potrebbe essere preso nei confronti di chi le ha dato ospitalità. I militari sono convinti che qualcuno l'abbia aiutata nelle trenta ore in cui è stata data per dispersa e che forse, visto il risalto dato dalla stampa e l'allarme provocato, le abbia suggerito di farsi ritrovare in un fossato così come lei stessa aveva detto nella concitata telefonata al padre.

Domenica alle 14, nove ore dopo la sua scomparsa, infatti, la 17enne aveva chiamato i genitori con il cellulare dicendo di essere in pericolo e di essere caduta in un fosso. Il segnale del telefonino aveva fatto localizzare la ragazza a Seriate, vicino al fiume Serio, ma lei è stata ritrovata e soccorsa alla Roncola di Treviolo, quasi a dieci chilometri di distanza. I carabinieri stanno quindi accertando se sia stata ospitata proprio a Seriate, per poi essere accompagnata in via lungo Brembo dove un appassionato di jogging l'ha sentita chiedere aiuto da un canale per l'irrigazione, poco profondo e quasi asciutto.

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