Gromo: un progetto turistico
per rilanciare le miniere d'argento

L’idea è semplice: le miniere che un tempo hanno portato tanta ricchezza a Gromo grazie all’estrazione di ferro e argento, potranno portarle altra, ma stavolta grazie al turismo. Da qui il progetto per la realizzazione del «Sentiero dell’argento» e del «Parco del Cucì».

Un tempo, infatti, la suggestiva piazza Dante di Gromo, ancor prima di diventare luogo di ritrovo e di aggregazione in epoca rinascimentale, altro non era che una fucina a cielo aperto, dove si procedeva alla prima cottura dei minerali contenenti argento e ferro. Che per un certo tempo vennero estratti dalle antichissime miniere del «Coren del Cucì», che correvano sotto le stesse case, unendo, a volte, le sponde destra e sinistra del Serio, che scorre placido ai piedi del millenario Castello Ginami.

Questo uno degli elementi emersi nel corso del convegno «I tesori sotterranei di Gromo. Organizzata dalla Pro loco, con il patrocinio di Regione, Provincia e Comune di Gromo, l’incontro aveva l’obiettivo di rivalutare a scopi turistici la storia millenaria delle vene argentifere di Gromo, perché «possa essere dato un futuro al nostro passato».

L'idea è un progetto di valorizzazione delle miniere del Cucì, grazie alla creazione di un parco percorribile e fruibile sia in superficie che, in parte, lungo i cunicoli minerari. Elemento che non potrà che portare benefici al turismo, non solo bergamasco. 

Nel periodo della dominazione veneta, Gromo, divenuto uno dei centri più importanti d’Europa per la produzione di armi bianche, conobbe un periodo assai florido: per piombare poi nella più nera povertà quando, il 2 novembre del 1666, una frana scesa lungo il torrente Goglio, distrusse le fucine, portando morte e rovina.

A Bergamo, infatti, fino al 1331 si batteva zecca ed era importante possedere metalli preziosi. Ma quando le miniere si esaurirono, caddero nel dimenticatoio. «Nel 1988 – ha affermato il geologo Deniele Ravagnani – nel corso di alcuni sondaggi in piazza Dante per rinforzare le fondamenta del palazzo comunale, ci siamo imbattuti in cunicoli e l’esame dei carotaggi ha consentito di individuare, tra i vari minerali, anche l’argento. La cui presenza è poi stata confermata da alcune tesi di laurea. Da qui, grazie alla Pro loco, sono iniziati analisi e studi che potranno portare alla creazione del "Sentiero dell’argento". Ricordo anche che, sotto la pavimentazione di piazza Dante, abbiamo rinvenuto uno spesso strato di carbone e di scorie metallifere, a dimostrazione che lì avveniva la prima cottura del minerale, anche argentifero».

Sulla realizzazione del «Sentiero dell’argento» e del «Parco del Cucì» è intervenuto l’architetto Carlo Macalli che ha accennato al percorso che la Pro loco intende seguire per valorizzare la zona del «Coren del Cucì»: «Il progetto terrà conto della pulizia e messa in sicurezza dei sentieri e dei manufatti esistenti, di alcuni tratti delle gallerie, della realizzazione dei punti di sosta e della posa della segnaletica didattica. Sarà poi necessario procedere al rilievo sotterraneo e alla realizzazione della cartografia». Macalli ha anche lanciato l’idea di realizzare lungo il «Sentiero dell’argento» un parco botanico naturale, dove si potranno ammirare le specie tipiche della realtà locale.

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