Caccia, via libera alle nuove regole
Ok pispola e frosone, no lo storno

Via libera a maggioranza in Consiglio regionale al provvedimento del centrodestra che disciplina le regole per l'esercizio dell'attività venatoria lombarda per la stagione 2009-2010, frutto dell’abbinamento dei due distinti progetti di legge presentati rispettivamente dal PdL (Ligasacchi, Saffioti, Macconi, Peroni) e dalla Lega Nord (Frosio, Rizzi). Al momento del voto finale i consiglieri regionali dei gruppi di minoranza, ad eccezione dei Consiglieri Battista Bonfanti, Luca Gaffuri, Carlo Spreafico e Dionigi Guindani (PD), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati) e Alessandro Ce’ (Cristiano Federalisti), hanno abbandonato l’aula dichiarando di non voler partecipare «alla votazione di un provvedimento illegittimo». Con la medesima motivazione, ha abbandonato l’aula anche il consigliere di maggioranza del Gruppo misto Silvia Ferretto.

Il provvedimento è stato così approvato con 28 voti favorevoli, 8 contrari e 7 astenuti. Su indicazione del Tavolo interprovinciale della caccia riunitosi alla presenza di tutte le associazioni venatorie e dei consiglieri regionali Carlo Saffioti, Pietro Macconi, Vanni Ligasacchi, Giosuè Frosio e Monica Rizzi, rispetto all’ultima stagione venatoria, la novità principale quest’anno sta nella possibilità di cacciare anche la specie pispola per un numero complessivo massimo di 50 mila esemplari (5 capi giornalieri massimi e 10 stagionali per ciascun cacciatore). Via libera anche all’inserimento del frosone tra le specie cacciabili, per un numero complessivo massimo di 32mila esemplari (5 giornalieri, 10 stagionali).

Nello specifico ciascun cacciatore potrà prelevare un numero massimo di 15 capi al giorno e 40 nell’arco dell’intera stagione per la specie fringuello, 5 capi al giorno e massimo 10 stagionali per la specie peppola. Rispetto alla scorsa stagione venatoria, viene tolto dalle specie cacciabili in deroga lo storno. La caccia al fringuello sarà consentita dalla terza decade di settembre al 31 dicembre, la caccia alla peppola, al frosone e alla pispola dal 1 ottobre al 31 dicembre.

Il Consiglio ha successivamente approvato a maggioranza l’unico emendamento rimasto, il n.325, presentato da Monica Rizzi (Lega Nord) e sottoscritto da Saffioti, Macconi, Frosio e Ligasacchi, che riforma in alcuni punti fondamentali la legge n.26 del 1993 in materia di attività venatoria. Queste in sostanza le principali novità:
- la competenza sull’introduzione di possibili divieti di caccia sui valichi non spetterà più alle Province, ma al Consiglio Regionale su proposta delle Province (nei fatti decadono i divieti attualmente in essere);
- per i cacciatori sarà possibile praticare una forma di caccia differente da quella prescelta (vagante o appostamento fisso) per 15 giorni a partire dal 1 ottobre. Prima era possibile solo per 10 giorni a partire dal 1 novembre;
- l’Osservatorio Regionale sostituisce l’Istituto Faunistico (INFS) nello stabilire parametri e quantitativi cacciabili delle specie selvatiche;
- ora anche il colombo domestico potrà essere utilizzato come richiamo;
- potranno essere autorizzate alla distribuzione di anelli di riconoscimento per uccelli da richiamo anche altre associazioni ornitologiche come l’Amov, purchè abbiano una forte e chiara rappresentatività territoriale: le stesse potranno entrare a far parte degli Ambiti Territoriali di Caccia (ATC) e dei Comprensori Alpini di Caccia;
- le stazioni ornitologiche a scopo scientifico potranno essere istituite solo nelle oasi di protezione naturale.

Il Consiglio regionale nella seduta di fine luglio aveva già licenziato anche il provvedimento (relatore Giosuè Frosio, Lega Nord) che consente l'utilizzo di richiami vivi della stessa specie, purchè provenienti da allevamenti in cattività o precedentemente catturati e inanellati dalle Province, e dalle stesse distribuite ai cacciatori. Complessivamente potranno essere utilizzabili a tale scopo 1.750 esemplari di allodola, 12.550 di cesena, 4.050 di merlo, 24.250 di bottaccio e 11.800 di sassello, per un numero complessivo di richiami pari in Lombardia a 54.400. La parte del leone spetta alla provincia di Brescia con 24mila e 900 esemplari complessivi, seguita da Bergamo con 21.250 capi, Lecco-Sondrio con 4.950, Como con 1.500 e Mantova con 950.

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