Alzheimer, nella Bergamasca 8 mila casi
A Dalmine un'associazione per i malati

Sono circa 8 mila le persone che nella Bergamasca sono colpite dall’Alzheimer. Questa malattia, oltre a distruggere progressivamente le cellule cerebrali della persona che ne viene colpita, causa un forte isolamento che tocca le tante persone che convivono con il malato.

Per combattere tutto ciò è nata nel 2006 a Dalmine «Primo ascolto Alzheimer», un’organizzazione di volontariato che ha come obiettivo principale quello di attivare specifiche iniziative assistenziali a favore di persone affette dall’Alzheimer e dei loro familiari. E che sconfiggere l’isolamento ha dato vita persino all’Alzheimer Cafè. «La nostra attività – spiega Gabriella Gamba, cofondatrice e presidente di Primo ascolto Alzheimer – era nata circa due anni prima ma nel 2006, con l’esperienza maturata, abbiamo costituito anche formalmente l’organizzazione. Mio padre era malato di Alzheimer – prosegue Gamba, all’interno dei locali messi a disposizione dall’oratorio di Brembo di Dalmine – e a conclusione di un percorso della malattia molto sofferto per lui ma durante il quale tutta la nostra famiglia aveva subito una serie di problemi infiniti dovuti sostanzialmente alla carenza di informazioni sulla malattia e su cosa fare quando questa colpisce. Insieme a due amiche ho deciso di fondare una onlus, “Primo ascolto Alzheimer”, aperta a tutti per evitare alle persone colpite dal morbo, direttamente o indirettamente, di vivere la stessa terribile situazione vissuta da noi. Chi convive con un malato d’Alzheimer, soprattutto man mano che scorre il tempo, passa giornate intere ad assistere una persona che ripete continuamente e in maniera ossessiva le stesse domande, che fa ragionamenti sconnessi, che appena viene contraddetta reagisce spesso in modo violento, che non riconosce più nemmeno i familiari più cari, che diventa sempre più dipendente da altri. È di vitale importanza per chi assiste tali persone sapere come seguirli, cosa fare sotto l’aspetto comportamentale, a chi rivolgersi per tutte le varie esigenze. Molti familiari pensano che la soluzione migliore sia chiudersi nella propria casa con il malato seguendolo con tanto amore in tutto e per tutto. Ma facendo ciò finiscono spesso per essere “schiacciati” a loro volta dalla malattia, senza più una vita sociale vera, spesso senza nemmeno la possibilità di passare una giornata a casa di amici o passeggiando con la famiglia».

«Per noi queste cose – sottolineano i tanti familiari e volontari che si appoggiano all’organizzazione di Dalmine – sono diventate da tempo un sogno quasi irrealizzabile. Per questo è stato fondamentale entrare in contatto con l’organizzazione presieduta da Gamba. Grazie a “Primo ascolto” abbiamo potuto spezzare un isolamento diventato insopportabile, abbiamo avuto tutte quelle informazioni sulla malattia e su come capire le esigenze dei nostri cari, come gestirli, come muoversi per attivare i servizi necessari. Ci siamo inseriti nella rete dei servizi presenti nella Bergamasca (affiancando l’attività di altre due realtà rivolte ai temi della malattia: l’”associazione Alzheimer Bergamo”, presso la casa di riposo santa Maria ausiliatrice al Gleno, e “Il giardino della memoria”, a Treviglio). Abbiamo inoltre sviluppato una serie di iniziative sul territorio perché ancora oggi sul tema c’è molta disinformazione. Tra queste anche la produzione di una guida pratica contenente indicazioni e suggerimenti per la cura quotidiana del malato. È importante che la gente, anche quella non direttamente interessata al problema, sappia come stanno realmente le cose. Tutte le malattie, così come tutte le disabilità, meritano le stesse attenzioni e lo stesso rispetto. Dobbiamo superare l’idea che un malato di Alzheimer sia una persona con le rotelle fuori posto. Chi soffre del morbo di Alzheimer è una persona malata che ha bisogno di cure, di un’assistenza adeguata, continua e rispettosa». Da circa due anni l’organizzazione presieduta da Gamba ha fatto nascere un altro progetto, l’Alzheimer Cafè Dalmine. «Ogni giorno – sottolinea Gamba – riceviamo richieste d’aiuto da parte delle famiglie che si sentono sole e impreparate di fronte a una malattia come l’Alzheimer. Per dare spazio a queste richieste abbiamo aperto l’Alzheimer Cafè, un luogo dove i malati ed i loro familiari si possono incontrare, per giocare e divertirsi ma anche per confrontarsi, ascoltare musica, scambiarsi idee, progetti e speranze. È la nostra “bombola d’ossigeno” dove ci sentiamo meno soli, in mezzo a gente che comprende di cosa stiamo parlando. Ogni martedì, dalle 15 alle 17, la nostra equipe formata da psicologi, operatori e volontari accoglie gli interessati con specifici momenti di ricreazione, informazione e formazione. L’iscrizione è gratuita, basta contattare la nostra organizzazione».

Per info: telefono 035.500511 oppure 348.2259861. E-mail: [email protected]. Web: www.alzheimer-onlus.org.

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