Il piano del colore s'allarga
dai borghi arriva in Città Alta

Dai borghi storici a Città Alta. Il piano del colore si allarga, ma la filosofia resta sempre la stessa: tutelare il grande patrimonio storico e architettonico della città, non solo dal punto di vista delle strutture, ma anche della cromia. Occhio alle tinte, insomma. Perché per rovinare tutto basta un niente: una gradazione sbagliata, una sfumatura poco aderente alla tradizione e anche l'edificio più elegante rischia di diventare un pugno nell'occhio.

Di esempi, in passato non ne sono purtroppo mancati, così Palafrizzoni, dopo il lavoro concluso nel 2007 sui borghi ha deciso di estendere il piano al centro storico. Con un programma che seguirà lo stesso iter: prima il censimento di tutto l'esistente, quindi la realizzazione di una banca dati informatica in grado di offrire ai professionisti uno strumento ideale per progettare gli interventi sugli edifici stessi. In pratica un aiuto per snellire il lavoro.

Borghi a parte, chi attualmente intende recuperare un immobile o procedere alla sua sistemazione, deve, ai sensi del regolamento edilizio, presentare il progetto agli uffici tecnici del Comune e seguirne le indicazioni comprese quelle sulla tonalità per la tinteggiatura. L'estensione del piano del colore a Città Alta, dove evidentemente si concentrano gli interventi più delicati, semplificherà molto la procedura, perché di fatto i progetti potranno essere predisposti avvalendosi preliminarmente delle informazioni fotografate dal censimento.

Quando si parte? Il primo passo, quello fondamentale della ricerca di uno sponsor, è già stato compiuto con la pubblicazione di uno specifico bando. 

Non sarà comunque un lavoro rapidissimo: per i borghi si lavorò più di due anni e, considerando la quantità degli edifici presenti nel centro storico, è facile immaginare che in Città Alta ne serviranno almeno altrettanti.

Nel frattempo a Palafrizzoni si sta già pensando al futuro, pensano alle periferie.

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