L'editoriale del direttore Ettore Ongis

di Ettore Ongis

Cari lettori

domani mattina ci presenteremo in edicola con due importanti novità. La prima è di grande impatto visivo: anche L'Eco passa al «full color» (tutte le pagine saranno stampate a colori); la seconda riguarda il cuore pulsante di un giornale locale, ossia le pagine dedicate alla cronaca di città e provincia. Il nostro quotidiano è stato fra i primi in Italia a sperimentare l'introduzione del colore, quando altri storcevano il naso e non credevano che un giorno il futuro della carta stampata sarebbe stato ad «alta definizione». Era dunque un punto di arrivo naturale anche per L'Eco presentarsi ai lettori con una veste moderna e accattivante, capace di valorizzare al massimo l'utilizzo delle immagini e della grafica. Un impegno finanziario non da poco, di cui noi giornalisti siamo riconoscenti a un'azienda che in fatto di investimenti non si è mai tirata indietro. Ciò è tanto più significativo in un momento in cui molte altre testate, anche più grandi della nostra, vedono scendere le vendite e sono costrette a ricorrere a pesanti tagli e ristrutturazioni per far quadrare i bilanci e far fronte a una crisi che sta colpendo duramente anche il settore dell'editoria. Noi, grazie all'affetto e alla passione con i quali continuate a seguirci, possiamo contare su una confortante tenuta del numero di copie e ce la caveremo con qualche limatura sui costi e con pochi prepensionamenti. Del resto, non è per caso – permetteteci di dirlo con una punta d'orgoglio – che L'Eco ha conservato il primo posto per vendite e diffusione tra i quotidiani locali in Italia. Ulteriore motivo di ottimismo è la crescita esponenziale dei visitatori del sito internet del giornale: www.ecodibergamo.it è il portale più letto fra tutti quelli delle testate di provincia e sta facendo davvero grandi numeri. Anche il «full color» è, dunque, un segno di vitalità e di buona salute. Ma un abito più elegante, per quanto bello, non basta. Ecco allora la seconda novità, che riguarda molto da vicino l'identità e la storia secolare del nostro giornale. L'Eco ha sempre seguito con particolare cura la città di Bergamo, dedicandole un numero di pagine di poco inferiori a quelle dell'intera provincia. Un riconoscimento alla centralità e all'importanza del capoluogo. Anno dopo anno, però, abbiamo cominciato a dilatare lo spazio riservato ai paesi, alle valli, alla pianura. Così, alle quattro o cinque pagine di «Provincia» si è aggiunta la sezione «Vita Bergamasca», divisa per zone, nel tentativo di offrire una vetrina più ampia alla ricchezza di un territorio che sta crescendo a vista d'occhio anche dal punto di vista sociale e culturale. A noi sembra che questa strada abbia incontrato il gradimento dei lettori.

Oggi facciamo un ulteriore passo in avanti nella stessa direzione, unendo le qualità e le forze di settori ben collaudati del giornale: da domani L'Eco avrà «più provincia», e divisa per aree omogenee. Dedicheremo ogni giorno due pagine ai paesi dell'hinterland (la cosiddetta Grande Bergamo) e pagine quotidiane alle valli, ai laghi, all'Isola e alla pianura. A voi lettori chiediamo un po' di pazienza e lo sforzo di adattarvi a una foliazione diversa dall'attuale (di cui la novità più significativa è la suddivisione in due dorsi), che risponde alla volontà di raccontare in profondità e in modo ancora più puntuale la Bergamasca, così da ridurre le distanze fra paese e paese e far dialogare meglio il capoluogo con una terra sempre più policentrica.

Basti pensare a cosa sono diventate cittadine come Seriate, Dalmine, Clusone e Zogno o a cosa diventeranno con lo sviluppo della pianura centri come Romano, Caravaggio, Treviglio. Quella che vi proponiamo da domani non è dunque un'innovazione fine a se stessa, bensì un progetto partito da lontano che giunge ora alla maturazione. Il primo compito di un giornale locale è raccontare e interpretare i fatti, i cambiamenti, i problemi e le attese della gente che vive su un determinato territorio. Questo è ciò che cerchiamo di fare ogni giorno, grazie anche al vivacissimo dialogo con i lettori. L'anno prossimo L'Eco festeggerà i suoi primi 130 anni. Saper rinnovare lo strumento-giornale, così da farlo arrivare puntuale all'appuntamento con le diverse stagioni della storia, è la sfida che ancora una volta ci piace condividere con voi. Sempre più radicati, per gettare lo sguardo ancora più lontano nel mondo.

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