Con una bimba fra le braccia:
«Sono loro i nostri angeli»

Sono loro i nostri angeli, che ci fanno scoprire i nostri limiti. Sono loro che ci fanno capire che l'uomo non è onnipotente. Sono alcune delle parole che il vescovo di Bergamo ha pronunciato oggi, giornata degli Angeli Custodi, durante l'omelia all'istituto di Predore. Sorprendendo un po' tutti mons. Francesco Beschi, proprio al momento dell'omelia, ha preso in braccio una bambina.

Un gesto spontaneo, carico di affetto: mons. Francesco Beschi si è chinato e ha abbracciato un «angioletto» di cinque anni che accoccolato vicino all’altare della chiesetta del Centro di Riabilitazione Angelo Custode di Predore. Poi, sempre con l'angioletto in braccio, ha proseguito la celebrazione, con altri sei sacerdoti, della Messa per la ricorrenza degli Angeli Custodi.

Quel gesto carico di umanità e di fede, è stato anche un invito a tutti i presenti a non lasciarsi andare di fronte alle dure prove della vita: come quella di un figlio affetto da gravi deficit.

«Sono rimasto senza parole nel vedere il grosso lavoro svolto in questo centro – ha proseguito mons. Beschi –: qui si supera la professionalità raffinata, le competenze. Qui le persone propongono un’esperienza che ci sorprende e meraviglia. Gli Angeli Custodi sono questi bambini che ci proteggono dalla tentazione di onnipotenza, che ci spingono a resistere alla disperazione e all’oblio».


Alla celebrazione erano presenti il presidente dell'istituto, don Mansueto Callioni, il vicepresidente, monsignor Maurizio Gervasoni, il vescovo emerito di Brescia monsignor Bruno Foresti e il parroco di Predore, don Claudio Forlani. E ancora i benefattori, i volontari del gruppo di don Claudio, alpini e Protezione civile.

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