Bimbo disabile maltrattato
L'educatrice in lacrime confessa

E' scoppiata a piangere guardando il filmato che la incrimina, e poi ha sostanzialmente ammesso. E’ durato circa un’ora l’interrogatorio di garanzia nei confronti dell’educatrice ventinovenne della bassa Val Imagna, accusata di maltrattamenti nei confronti di un bimbo disabile di 9 anni a lei affidato e del tutto non autosufficiente, finita agli arresti domiciliari sabato pomeriggio per questa accusa. Difesa dall’avvocato Emilio Gueli, è comparsa davanti al giudice per le indagini preliminari Giovanni Petillo e al sostituto procuratore Giancarlo Mancusi al secondo piano del Tribunale di via Borfuro, e ha scelto di rispondere alle domande.

La giovane, incensurata, ha escluso di aver mai voluto far del male al bambino, pur prendendo atto di quanto le veniva contestato proprio sulla base dei filmati che le sono stati mostrati. Non solo: avrebbe anche dimostrato, con le sue parole e l’atteggiamento, di aver compreso pienamente il disvalore della situazione. Nessuna spiegazione chiara è invece emersa in relazione alla causa scatenante dei gesti. La donna resta ora agli arresti domiciliari.

A denunciare tutta la vicenda e a portarla all’attenzione della Procura, erano stati i genitori del bambino: dopo aver casualmente registrato un momento in cui l’educatrice e loro figlio erano soli, hanno notato atteggiamenti poco rassicuranti. Successivamente erano stati filmati altri momenti nei quali si nota l’educatrice colpire il bimbo o comunque maltrattarlo.

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