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Ieri sono stati segnalati al Coordinamento donazione e trapianto dell’area della provincia di Bergamo, che fa capo agli Ospedali Riuniti e di cui è responsabile Mariangelo Cossolini, due donatori di organi. Due donne, entrambe decedute in seguito a una lesione cerebrale irreversibile. Entrambe avevano espresso in vita la loro volontà di donare gli organi dopo la loro morte. E’ molto raro che nella stessa giornata si verifichino contemporaneamente due decessi per cause di questo tipo che si concludono con due donazioni. Un decesso si è registrato a agli Ospedali Riuniti di Bergamo e l’altro al Policlinico San Marco di Zingonia, ma in entrambi i casi è stato coinvolto il dott. Cossolini, essendo referente per tutta la nostra provincia e la persona che viene contattata ogni qualvolta negli ospedali bergamaschi ci sia un possibile donatore. Cossolini: “La donazione degli organi è possibile solo in seguito ad un decesso causato da una grave e irreversibile lesione cerebrale. In questi casi si verifica una condizione clinica definita morte cerebrale che è caratterizzata dalla totale perdita di tutte le funzioni cerebrali e viene documentata inequivocabilmente sia con accertamenti clinici che strumentali. Lo stato di morte cerebrale, infatti, viene identificato da un medico rianimatore ed accertato da un collegio di tre medici, composto da un anestesista-rianimatore, un neurologo e un medico legale o di direzione sanitaria.” Il collegio verifica il sussistere dei criteri che hanno determinano la morte cerebrale e cioè: la causa del danno cerebrale deve essere dovuta ad una malattia organica nota ed irreversibile, l’assenza di qualunque attività elettrica cerebrale rilevata dall'elettroencefalogramma (EEG piatto), l’assenza di tutti i riflessi che partono direttamente dal cervello, di respiro spontaneo e di reazione agli stimoli dolorifici e l’assenza del flusso cerebrale ematico. Il collegio medico verifica e certifica il perdurare di queste condizioni per un periodo a 6 ore. Questa procedura, definita accertamento di morte con criterio neurologico, viene eseguita in tutti i casi di morte cerebrale, indipendentemente dalla volontà di donare gli organi, scelta che viene confermata o meno solo al termine delle 6 ore previste dalla legge per l’accertamento della morte. Cossolini: “Ieri si è venuta a creare una situazione particolare anche per un altro motivo: quando l’accertamento di morte agli Ospedali Riuniti era già cominciato, ho ricevuto la segnalazione di un possibile donatore al Policlinico di Zingonia, che, in quanto ospedale privato accreditato, per legge non può convocare il collegio medico. Abbiamo allora inviato a Zingonia tre nostri medici. Quindi gli Ospedali Riuniti hanno convocato nel giro di poche ore due collegi, coinvolgendo ben 6 medici contemporaneamente”. Claudio Sileo, Direttore sanitario: “Questo è segno di una grande disponibilità dei nostri medici e di una grande volontà da parte dell’Azienda di non perdere neanche un donatore, tanto che nei due collegi sono stati impegnati anche due medici di Direzione Sanitaria e il primario della Neurofisiopatologia Emilio Ubiali, che si è recato a Zingonia con Gabriele Pagani e Patrizia Trivella. In sede il collegio era invece composto da Zeno De Battisti, Stefano Quadri e Svetlana Martchenko. L’episodio di ieri credo rappresenti anche un buon esempio della forte collaborazione in essere con tutti gli altri ospedali bergamaschi su questo fronte, elemento essenziale per non vanificare un gesto così speciale e prezioso come la donazione degli organi”. Una volta confermata la volontà di donare e stabilita, grazie ad appositi esami di laboratoria, l’idoneità degli organi al prelievo, viene contattato il NITp, Nord Italian Transplant, uno dei tre centri di Coordinamento interregionali italiani sui quali si basa, sotto la supervisione del Centro Nazionale Trapianti dell’Istituto Superiore di Sanità, l’organizzazione dei trapianti del nostro Paese. Il NITp definisce la tipizzazione degli organi e, attraverso un apposito programma, individua nelle liste di attesa dei diversi centri di trapianto i soggetti che risultano più compatibili sulla base delle caratteristiche cliniche ed immunologiche del donatore. Il NITp contatta quindi il centro che ha in cura il paziente in lista d’attesa idoneo a ricevere l’organo. Il centro invia un’équipe di chirurghi e infermieri nell’ospedale dove è avvenuto il decesso con il compito di prelevare dal paziente deceduto l’organo che è stato attributo a quel centro. Nel frattempo viene contattato il paziente il lista d’attesa, che deve recarsi in ospedale per ricevere l’organo. Cossolini: “Entrambe le donne hanno donato tutti gli organi e tutti i tessuti idonei al prelievio. Per il prelievo sono arrivate le équipe delle banche dei tessuti e altre équipe di ospedali lombardi e veneti. La nostra équipe ha invece effettuato il prelievo di di due organi, uno dei quali è stato poi inviato in Liguria. Il processo donazione-trapianto è una macchina complessa, deve rispettare precise tempistiche, una legislazione che garantisce equità e trasparenza e coinvolge tantissimi soggetti e operatori ospedalieri, che hanno tutti un ruolo fondamentale per la buona riuscita di tutto il processo. La parola chiave di tutto il processo è collaborazione tra gli operatori e tra le strutture ospedaliere.” Proprio la donazione e il valore della collaborazione in questo campo sono stai celebrati oggi durante il convegno “La donazone degli organi: un prezioso regalo per la vita...il più grande”, organizzato da Roberto Keim, Direttore dell’Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale “Bolognini” di Seriate. Riuniti nella Sala Nassirya dell’auditorium comunale di Alzano Lombardo 300 operatori di vari ospedali della provincia coinvolti nel percorso donazione – trapianto. “L’Ospedale di Seriate dal 2005 ha iniziato con grande impegno a collaborare con gli Ospedali Riuniti segnalando ogni possibile donatore. Oggi siamo qui a tenere insieme un’intera giornata di formazione e aggiornamento su temi complessi e delicata. La strada per il futuro è questa e passa solo attraverso il potenziamento della rete già esistente tra i vari ospedali.”

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