Come difendersi dal bullismo?
Con i corsi di judo a scuola

Il bullismo è tornato prepotentemente ai (dis)onori della cronaca, con l’ultimo episodio di un ragazzo marchiato a fuoco dai compagni. E con un convegno nazionale, in cui il bullo è considerato alla stregua di un predatore.

In Bergamasca da anni si combatte contro questa vera e propria piaga sociale a discapito dei soggetti più fragili: l’Ufficio scolastico provinciale, e anche la Provincia, in questi anni hanno fatto dell’antibullismo una bandiera, con campagne e iniziative ad hoc. Ora i baby vessatori si «combattono» anche con corsi di judo a scuola.

«Bullismo vuol dire ragazzi che soverchiano e offendono i compagni. Si comincia magari con parolacce, col chiedere qualcosa con prepotenza, con minacce; infine le mani addosso, e la rissa. Non reagite alle parolacce, lasciate perdere; chi vi ha apostrofato rimarrà ancora peggio che non davanti a una reazione. Non é vigliaccheria, è intelligenza; è la scelta di non farsi del male; non reagire è coraggio. La regola per evitare il bullismo, è cedere. Ecco come: se lui spinge e cerca di mettere le mani addosso, io mi sposto, lo evito; può anche accadere che la sua spinta vada nel vuoto ed egli cada a terra restandone enormemente mortificato».

Questo l’incipit di una lezione di antibullismo del corso integrativo alla scuola media Codussi dell’istituto comprensivo Da Rosciate. Docente Giorgio Gelpi, insegnante tecnico della federazione di judo, lotta, karate e arti marziali Fijlkam Coni.

Gelpi, utilizzando nozioni e tecniche del mondo delle arti marziali, ha sviluppato teorie e pratiche di antibullismo che stanno diventando il suo pane quotidiano viste le numerose richieste per i suoi corsi. Alla Codussi è ricominciato il terzo ciclo di lezioni.

Da tre anni Gelpi spiega l’antibullismo a una ventina di ragazzi e ragazze che aderiscono spontaneamente. Mostra come sfuggire alle aggressioni fisiche, la contromossa se si viene afferrati ai polsi, se si viene stretti al collo. Il ciclo è stato aperto dall’insegnante di educazione fisica Fabio Perniceni per il quale «il corso di antibullismo e autodifesa è un punto fermo nelle attività integrative. Lo ha proposto la commissione sportiva scolastica perché è richiesto, e anche la dirigenza lo condivide. Noi non abbiamo avuto episodi di bullismo, il corso è prevenzione».

Laura frequenta la terza media ed è il terzo anno che sceglie il corso di autodifesa: «Mi piace molto, è vario, si imparano tante cose; si impara a difendersi senza attaccare e senza reagire». Il bullismo è molto sentito dai genitori che reagiscono alla sua possibile affermazione iscrivendo i figli a questi corsi.

Se più bambini reagiscono positivamente al bullismo, mortificando il bullo, questo sparisce da solo. Gelpi applica con successo all’autodifesa e all’antibullismo le peculiarità delle arti marziali. Del resto la resistenza e non l’attacco è connaturata al judo che letteralmente significa via (do) della cedevolezza (ju), tale che, teoricamente, se un bimbo fa uno sgambetto a un gigante questi cede e cade.

Come nasce questo dedicarsi all’antibullismo? «Sono padre di famiglia - dice Gelpi - e vorrei che né i miei figli né i loro compagni siano vittime di bullismo». Giorgio, un genitore, riconosce il valore di questa iniziativa: «Un esempio di esperienze concrete che si possono fare a scuola. Queste azioni sono possibili grazie alla sinergia di intenti fra scuola, famiglia e persone dedite all’educazione dei ragazzi. Cerchiamo di creare situazioni e condizioni per cui i ragazzi confidino le loro problematiche, che se prese all’inizio si possono meglio gestire».

Gelpi conferma: «I ragazzi non parlano volentieri di piccoli o grandi forme di bullismo, ma dopo qualche lezione, presa confidenza e fiducia, qualcosa dicono. Ad esempio: lui mi ha detto che sono una gay; oppure: mi ha chiesto con prepotenza il telefonino. Il bullismo comincia da qui. Noi cerchiamo di individuare se nel gruppo ci sia qualcuno predisposto al bullismo. E cerchiamo di aiutarlo, non di isolarlo».

La richiesta di corsi antibullismo é continua e pressante. Gelpi gira con un’agenda gonfia di impegni. Terrà corsi specifici di antibullismo nelle scuole medie di Terno d’Isola a partire dal 5 novembre; è partito il corso alla Codussi e lunedì entrerà al liceo Mamoli dove lo attendono dodici prime classi.

Racconta Gelpi: «La direzione mi ha chiesto se avevo disponibilità e l’ho data. Hanno lasciato perdere altre attività per stare sull’autodifesa con orientamento all’antibullismo». Al sabato corso di autodifesa all’Enaip di Bergamo, di cui mostra una richiesta per altre 30 ore.

Altri corsi di autodifesa: a Terno d’Isola lunedì 18,30-19,30 e giovedì 19-20; allo Sportpiù di via Baioni martedì 20-21,30 con 40 persone giovani e adulti. «Il 3 novembre - annuncia Gelpi--cominciamo un corso di autodifesa alla polizia locale di Lecco».

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