La Corte Europea dei diritti dell'uomo
«No al crocifisso nelle scuole»

La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha emesso una sentenza nella quale stabilisce che esporre il crocifisso nelle classi della scuola pubblica è contrario al diritto dei genitori di educare i loro figli secondo le proprie concezioni religiose, e al diritto degli alunni alla libertà di religione. Il caso riguarda un ricorso di una cittadina italiana, Soile Lautsi,residente ad Abano Terme, che aveva protestato, durante l'anno scolastico 2001-2002, per la presenza del crocifisso nelle classi dei suoi figli, che considerava contraria al principio di laicità dello Stato. Nel maggio 2002, la direzione della scuola aveva deciso di lasciare il crocifisso nelle classi, e in questo senso si era espressa più tardi una circolare del Ministero della Pubblica istruzione indirizzata a tutti i direttori delle scuole pubbliche.

Il Vaticano non commenta, almeno per ora, la sentenza della Corte di Strasburgo sul crocifisso nelle scuole italiane. Interpellato dai cronisti nel corso di una conferenza stampa in Vaticano, a metà mattinata, il portavoce della Santa Sede si è trincerato dietro un 'no comment'. "Apprendo ora di questa sentenza - ha detto padre Federico Lombardi a pochi minuti dalla sua pubblicazione - mi cogliete alla sprovvista, preferisco leggere la sentenza prima di eventuali comunicazioni ufficiali".

Esprime "fastidio" per la sentenza di Strasburgo sul crocifisso mons. Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio per la pastorale dei migranti e gli itineranti. "Mi dà fastidio che si imponga di togliere il crocifisso dalla scuola", afferma il presule a margine di un convegno in Vaticano. "Di questo passo, dove andremo a finire", ha aggiunto Vegliò, pure senza contestare la validità giuridica del provvedimento.

Il governo italiano ricorrerà contro la sentenza emessa oggi dalla Corte europea dei diritti dell'uomo relativa al caso dei crocifissi nelle aule scolastiche. Lo ha dichiarato all'ANSA il giudice Nicola Lettieri, che difende l'Italia davanti alla Corte di Strasburgo Se la Corte accoglierà il ricorso del governo italiano, il caso verrà ridiscusso nella Grande Camera. Qualora il ricorso del governo non dovesse essere accolto, la sentenza emessa oggi diverrà definitiva tra tre mesi, e allora spetterà al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa decidere, entro sei mesi, quali azioni il governo italiano deve prendere per non incorrere in ulteriori violazioni legate alla presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche.

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