A Curno si bisticcia in Comune:
carabinieri chiamati come testimoni

Vecchie ruggini fra il sindaco di Curno, Angelo Gandolfi, e un consigliere della sua maggioranza, il leghista Roberto Pedretti, hanno portato a un battibecco finito con l'arrivo dei carabinieri, chiamati dai contendenti a fare da testimoni.

Vecchie ruggini fra il sindaco di Curno, Angelo Gandolfi, e un consigliere della sua maggioranza, il leghista Roberto Pedretti, hanno portato a un battibecco finito con l'arrivo dei carabinieri, chiamati dai contendenti a fare da testimoni.

Pedretti aveva chiesto un incontro al responsabile della polizia locale, con un impiegato e con il segretario del Comune. Voleva - secondo quanto ricostruito - avere notizie su una vicenda che risale a due anni fa, quando in Comune era stato affrontato il tema della moschea. Una vicenda che aveva portato il sindaco a cacciare Pedretti dalla giunta.

All'incontro fra Pedretti e gli altri è arrivato il sindaco Gandolfi, accompagnato da un avvocato: voleva essere presente alla discussione, ma si è sentito rispondere con un «se ci sei tu io non parlo». Gli animi si sono scaldati, al punto che il sindaco ha chiamato i carabinieri - dalla caserma che si trova a pochi passi - per fare da testimoni.

Alla fine tutto si è risolto in nulla, con i due rimasti ognuno sulla propria posizione. Ma la vicenda è rimbalzata, con un tam tam. E il segretario lombardo dell'Idv, Sergio Piffari, ha commentato parlando di «situazione incresciosa ed imbarazzante»

«Non ci si deve sorprendere poi se la politica - sostiene Piffari - vive una crisi di credibilità. Mi chiedo come sia possibile che esponenti dello stesso schieramento politico, di cui uno pure Ssndaco, abbiano bisogno degli avvocati e dei carabinieri per confrontarsi».

E Piffari conclude: «I fatti di Curno, nonostante possano essere relegati alle classiche scenette di Totò e Peppino, sono purtroppo lo specchio della crisi di credibilità di coloro che imperterriti si presenteranno nuovamente nella prossima tornata elettorale».

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