A rischio le escursioni sulle Orobie
Le valanghe sul sentiero del Curò

Il pericolo valanghe resta altissimo sulle Orobie. E’ impensabile avventurarsi sui sentieri invernali. Un report di quanto accaduto la scorsa domenica ci è stato inviato da Mario Marzani presidente del Consorzio Pro Maslana. Ecco foto e cartina della zona altamente a rischio del Curò.

Il pericolo valanghe resta altissimo sulle Orobie. E’ impensabile avventurarsi sui sentieri invernali. Un report di quanto accaduto la scorsa domenica ci è stato inviato da Mario Marzani presidente del Consorzio Pro Maslana, che ha fornito foto e cartina della zona altamente a rischio del Curò.

A Valbondione - zona Maslana - si è avuta una mega valanga scesa dalla testata della Val Cerviera a 2400 m. di altezza sino al torrente Serio. La valanga passa nel suo tratto terminale a fianco dell’ Osservatorio di Maslana.

«Il sentiero panoramico, definito localmente Tagliamento perché intagliato nella roccia, è pieno di neve e quindi assolutamente impraticabile, ma tutto il versante destro salendo verso il Curò è non percorribile. È un’ unica valanga dall’ inizio alla fine», dice Marzani

La valanga più grossa in tutta la zona, di dimensioni veramente significative e impressionanti si è avuta nella cosiddetta valle della Cascina, che scende dalla testata della Val Cerviera, con un salto di quota dalla sua partenza possibile sino al suo fondo, al torrente Serio di ben 1200 metri circa. Dopo la costruzione dell’ Osservatorio ha preso un po’ il nome di valanga dell’ Osservatorio, in quanto è questo il posto di più facile accesso dal fondovalle.

«Nella stagione invernale e specialmente in una giornata come quella di domenica - continua Marzani - non è sempre prudente salire in zone così valangose. L’ Osservatorio diventa un po’un limite superiore alle escursioni».

Altra valanga dalle pendici del Monte Pomnol è scesa sino alla strada della Piccinella, quella che dalla strada per il rifugio Curò conduce alla borgata di Maslana. «E’ questa una valanga non molto frequente - aggiunge Marzani -. Se è scesa significa che i pendii a monte sono ultra carichi di neve».

«Un’ultima valanga a Maslana, scesa proprio domenica verso le 14.00 - conclude il Presidente Marzani -, è quella del Vendol. La valletta che scende lungo il vecchio piano inclinato ora abbandonato dell’ ENEL che portava i vagoncini chiamati “piattina” alla galleria che parte dal lago di Valmorta e prosegue sino a sotto il rifugio Coca. Il piano inclinato partiva dalla località Pianlivere di Valbondione. La valle del Vendol per la sua ripidezza è costantemente sede di valanghe, anche grosse. Non hanno le dimensioni di quella che è adesso chiamata la valanga dell’Osservatorio, ma sono comunque importanti. Se la neve che scende in inverno è tanta, è possibile trovare la valanga sino a fine giugno. Quattro anni fa, con un inverno molto pesante e lungo la valanga del Vendol era giunta incredibilmente sino alle baite della Piccinella, aveva quindi una larghezza in corrispondenza della mulattiera che transita per Maslana e che poi prosegue sino al rifugio Curò, eventualmente come sentiero invernale, di almeno 400 metri».

FOTO GALLERY E CARTINE DI MARIO MARZANI

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