Cronaca
Mercoledì 10 Dicembre 2003
«Affitti agevolati per far rinascere Città Alta»
«Affitti agevolati per far rinascere Città Alta»Le proposte: appartamenti nell’ex carcere di Sant’Agata e un assessorato per il centro storico
In quarant’anni, da oltre seimila a poco più di tremila abitanti. In dieci anni, meno 38 per cento di ragazzi tra i 15 e 19 anni, meno 47 per cento di giovani dai 20 ai 24, e meno 21 per cento di adulti dai 25 ai 34 anni, contro un più 10 per cento di ultrasettantenni. Il tutto su un palcoscenico che registra anche la graduale ma continua scomparsa delle attività commerciali di servizio (negozi di alimentari, artigiani) a favore di quelle turistico-ricreative e un caro-prezzi del mattone che, in 15 anni, va dal 240 per cento in più per appartamenti di media importanza fino ad un incremento del 400 per cento per case di pregio. Tradotto in parole povere: Città Alta sta diventando un luogo per pochi privilegiati, il suo tessuto sociale è frammentato e il territorio privo di servizi. La risposta: occorre un rilancio che non può passare solo attraverso la discussione sulla chiusura-apertura al traffico del centro storico, ma deve partire dal basso, dalla ricostruzione sociale di Città Alta.
È l’idea di fondo di un progetto presentato ieri dalla Compagnia delle Opere di Bergamo in un convegno dal titolo «Città Alta: una città per tutti». Una discussione che parte prima di tutto dai numeri di una ricerca condotta dall’associazione «Res», ricerche e studi: «Dal 1961 al 2001 la popolazione di Città Alta si è dimezzata - rileva Alessandro Gaj, della Res - passando da 6.439 abitanti a 3.175, e i giovani sono sempre meno. Scompaiono anche i servizi, a fronte di un aumento vertiginoso dei prezzi degli immobili».
«Vogliamo aprire un dialogo su questi temi - spiega il presidente della Compagnia delle Opere, Guglielmo Alessio - e combattiamo contro un tentativo non organico di risposta ai problemi del centro storico. Fuorviante e riduttivo, infatti, è l’attuale dibattito sull’apertura e la chiusura al traffico, senza discutere di "cosa c’è dentro" Città Alta».
Nel progetto della Compagnia delle Opere l’attenzione è soprattutto sul rilancio della dimensione sociale del centro storico. Per esempio attraverso la promozione di una residenzialità mista: «La strategia - si legge nel documento - potrebbe essere quella di costituire una società che abbia come obiettivo la costruzione e la gestione di alloggi da cedere in affitto concordato a quanti non hanno i mezzi per accedere a una prima casa, o predisporre sgravi fiscali per invogliare i detentori del patrimonio immobiliare a cedere locali in affitto all’amministrazione comunale che provvederà poi all’assegnazione dei posti agli inquilini», secondo precisi criteri per riportare in Città Alta quella parte di tessuto sociale, soprattutto ragazzi, studenti e giovani coppie, che è venuta a mancare.
E il progetto parla anche di numeri: basterebbero allo scopo 350 appartamenti in 5 anni da affittare attraverso nuove costruzioni o recuperi di edifici esistenti. Un esempio? «Quello di Sant’Agata - dice il progetto - che è un edificio demaniale di 4 mila metri quadrati: la riqualificazione permetterebbe la realizzazione di 30 o 40 nuovi appartamenti e, magari, la sede dell’assessorato di Città Alta».
(10/12/2003)
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