Aido, in prima linea da 40 anni
«Donare gli organi un atto generoso»

Aido, una realtà nata a Bergamo attraverso i bergamaschi: la sezione provinciale dell’associazione festeggia i suoi «primi» quarant’anni.

La storia dell’Associazione italiana donatori organi ebbe inizio proprio nella nostra città, in particolare nel quartiere di Monterosso, per la felice intuizione di Giorgio Brumat, informatore scientifico di origine friulana (ma bergamasco d’adozione) e molto attivo nel mondo del volontariato.

«Era un uomo di una cultura eccezionale e ha dedicato tutta la sua vita all’associazione - ricorda Leonida Pozzi, altra figura storica dell’Aido di Bergamo (di cui è stato presidente per vent’anni, mentre attualmente è presidente regionale, da ben 26 anni) - per motivi di lavoro passava molto tempo in ospedale e un giorno gli capitò di passare dal reparto dialisi, dove vide un bambino attaccato alla macchina per la dialisi: lo sguardo sofferente di quel bambino lo colpì profondamente, angosciandolo».

Brumat fondò quindi a Bergamo, il 14 novembre 1971, il primo gruppo di donatori di organi a carattere provinciale. «L’attività associativa ha contribuito a rendere l’ospedale Papa Giovanni XXIII quello che è oggi, ossia una struttura d’eccellenza anche a livello trapiantologico - ha spiegato Pozzi -. Il nostro ospedale è infatti l’unico in grado di eseguire qualsiasi trapianto. E fondamentale, per il raggiungimento di questo risultato, fu il dialogo con alcuni specialisti, come il professor Alfredo Guarnieri, il professor Giancarlo Borra (“padre” della legge italiana sui trapianti) e il dottor Giuliano Mecca, pioniere del trapianto di rene, che aprì di fatto il reparto di dialisi agli Ospedali Riuniti. Donare gli organi è un atto generoso».

Nella foto principale il primo trapianto di cuore che venne effettuato nella notte tra il 22 e il 23 gennaio 1985 ai Riuniti di Bergamo dall’équipe del professor Lucio Parenzan

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