Al Pronto soccorso anche 12 ore:
odissea dei codici verde al Papa Giovanni

Il problema si ripropone ogni anno, al punto da essere ormai entrato a buon diritto a far parte delle tradizioni natalizie. Medici di base in ferie (legittimamente), Pronto soccorso in affanno (altrettanto legittimamente) nel reggere l’urto della folla di pazienti che vi si riversa fisiologicamente.

E, come conseguenza, autentiche odissee in sala d’aspetto che, soprattutto nelle giornate di domenica 4 e lunedì 5 gennaio, hanno visto gente in attesa anche per 12 ore prima di avere una visita approfondita e un referto. Magari da portare al datore di lavoro al quale, causa il prolungarsi dell’attesa, avevano dovuto chiedere il giorno di malattia.

Eppure c’era un clima relativamente tranquillo (o per meglio dire rassegnato), nel tardo pomeriggio di ieri al Pronto soccorso dell’ospedale Papa Giovanni XXIII. La rigida regola delle priorità del Pronto soccorso ha determinato prolungamenti dei tempi d’attesa, soprattutto per chi, visitato e accreditato del codice verde (il meno grave dei livelli d’ingresso) si è visto per tutto il giorno passare avanti codici gialli e rossi (i due più urgenti) senza che il tempo di attesa diminuisse. E, anzi, vedendolo crescere

Ieri alle 18 c’era gente arrivata al mattino che aveva ancora tre ore di attesa teorica. È il caso di una 44enne di Bergamo che è arrivata al Papa Giovanni XXIII alle 11,52 per problemi di ipertensione ed è rimasta in Pronto soccorso fino a sera inoltrata.

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