Alfano: Abolire l’art. 18 entro agosto
Pagare 15 miliardi di debiti della P.A.

Il decreto Sblocca-Italia «è un passo nella direzione giusta, ma noi suggeriamo al governo altre tre mosse in tre mesi. La prima: dare un segnale di forte semplificazione delle regole con l’abolizione dell’art. 18 entro la fine di agosto. La seconda: pagare 15 miliardi di debiti della pubblica amministrazione entro fine settembre. Cosa ne pensi?

Il decreto Sblocca-Italia «è un passo nella direzione giusta, ma noi suggeriamo al governo altre tre mosse in tre mesi. La prima: dare un segnale di forte semplificazione delle regole con l’abolizione dell’art. 18 entro la fine di agosto. La seconda: pagare 15 miliardi di debiti della pubblica amministrazione entro fine settembre. Terza: la delega fiscale, che per noi significa centralità della famiglia, semplificazione, possibilità per gli imprenditori, come già avviene con l’Iva, di pagare le tasse non quando fatturano ma solo quando incassano».

Così il ministro dell’Interno e leader di Ncd, Angelino Alfano, in un’intervista a la Repubblica. Poi, aggiunge: «Mi rendo conto che non sarà una cosa semplice, ma questo governo non è nato per gestire l’ordinario ma per fare cose straordinarie». Alle obiezioni del ministro Madia, per la quale è un tema divisivo, replica: «E’ normale che ci siano argomenti che dividono perché questo governo è nato dall’incontro di forze politiche che alle elezioni si erano presentate su fronti opposti. Ma abbiamo scelto di fare un tratto di strada insieme per uscire dall’emergenza e per noi l’abolizione dell’art. 18 a questo punto diventa necessaria. Anche se il luogo più naturale sarebbe la delega Lavoro, chiediamo che se ne discuta subito per poi inserirlo nel decreto Sblocca-Italia a fine mese».

Secondo Alfano «quella tutela non è stata abolita finora perché ha retto un asse fra il Pd e il sindacati. Ma ormai è il momento di mettere davanti a tutto la necessità di dare un lavoro a chi non ce l’ha, liberando da ogni laccio l’imprenditore che vuole assumere qualcuno», comunque - precisa - «non vogliamo favorire i licenziamenti ma incrementare le assunzioni. Non vogliamo togliere diritti a chi già lavora ma dare una occasione a chi non ce l’ha, e penso soprattutto a quella metà di ragazzi del Sud che langue nella disoccupazione senza una speranza. Se sblocchiamo l’idea che un’assunzione sia un matrimonio a vita, sono sicuro che il mondo delle imprese risponderà. Al Sud come al Nord».

Dunque la modifica varrebbe solo per i nuovi assunti? «Sarebbe già un segnale molto forte cominciare dai nuovi assunti. Avere metà dei giovani disoccupati è un attentato al futuro dell’Italia; se pensiamo di risolvere il problema mantenendo in piedi i vecchi totem degli anni settanta credo che perderemo un’occasione preziosa». Quanto alle questioni politiche, guardando a Fi, Alfano osserva: «A novembre loro sono usciti dal governo: se ad agosto vogliono rientrare lo dicano apertamente, è inutile tutta questa tarantella». Comunque «Berlusconi pensi ai suoi di gruppi parlamentari: sulle riforme costituzionali un terzo dei senatori di Fi non ha obbedito alla sua indicazione di votare a favore. Mi permetto di consigliargli di non fidarsi di chi già un paio di volte, in momenti decisivi, gli ha sbagliato tutti i conti».

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