Uffici postali da chiudere, è allarme
Non rischiano solo quelli piccoli

L’allarme rosso lanciato martedì dalla Cisl Lombardia potrebbe non riguardare soltanto i piccoli comuni, anzi.

Nell’attesa che Poste Italiane scopra le carte del piano di tagli nazionale (solo in Lombardia 65 chiusure e 120 riduzioni d’orario), gli appelli del mondo politico si moltiplicano di pari passo con le preoccupazioni di utenti, lavoratori e amministratori locali.

Il «no comment» dietro cui si trincera per ora l’azienda (guidata da meno di un anno dall’amministratore delegato Francesco Caio), consente solo supposizioni, che in Bergamasca (si parla di una quindicina di uffici) potrebbero non riguardare soltanto i piccoli comuni, ma anche realtà più consistenti.

La scure potrebbe infatti cadere anche su uffici di medie dimensioni, che sono vicini a sedi più grandi. Il criterio guida per la distribuzione degli uffici postali è costituito per legge dalla distanza massima di accessibilità al servizio, espressa in km percorsi dall’utente per recarsi al presidio più vicino. Sintetizzando, almeno il 75% dei cittadini deve avere a disposizione un ufficio postale nel raggio di 3 chilometri dalla propria abitazione, e per il 97,5% tale limite non deve comunque superare i 6 chilometri.

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