Altroconsumo e la mappa della spesa
Ecco come risparmiare fino a 3.500

Dimmi dove spendi e ti dirò come risparmiare fino a 3500 euro. Questa la cifra che potrebbe rimanerti in tasca ogni anno se scegli il posto giusto dove andare a fare la spesa.

A confermarlo è l’inchiesta annuale di Altroconsumo, svolta in 885 punti vendita in tutta Italia. Si parla solo di un +0,28%. Questo il dato registrato quest’anno in relazione ai consumi: quasi nulla praticamente, ma almeno è già qualcosina in più rispetto alla totale immobilità dello scorso anno. La mappa della grande distribuzione, però, inizia a mutare, con gli investitori stranieri in crisi, i grandi ipermercati che registrano una battuta d’arresto e i distributori online che si affacciano sul mercato. E i prezzi? Quelli invece sono ancora fermi, sintomo questo, non positivo, di un mercato che stenta a ripartire. Solo una cosa continua a cambiare: i soldi che si spendono in base alle scelte d’acquisto che si fanno: sempre maggiore è l’attenzione rivolta ai prezzi, ai volantini e alle promozioni, per cercare di risparmiare il più possibile. Ed è proprio da qui che la ripresa economica deve ripartire.

Il confronto regione per regione
Sono oltre un milione i prezzi rilevati, in un’inchiesta che ha coinvolto 885 punti vendita di 68 città italiane. La superconvenienza è di casa in Toscana, dove fare una spesa comprando prodotti di marca costa 6.039 euro all’anno (a fronte dei 6.636 euro della Valle d’Aosta, la nostra regione più cara). Seguono a ruota il Veneto, il Piemonte, la Puglia, l’Umbria e la Liguria. Sostanzialmente la situazione rimane invariata rispetto allo scorso anno, fatta eccezione per la Liguria, che da «più cara della media», quest’anno sembra essere diventata più economica. Va male in grandi regioni come Lazio, Sicilia, Sardegna ed Emilia Romagna, ma anche Marche, Molise, Basilicata e Abruzzo. In generale, il Sud, dove c’è meno concorrenza, non sembra messo bene.

Se compri di marca: Emisfero
La maggior parte delle famiglie italiane compra soprattutto prodotti di questo tipo, cioè alimentari, detersivi, prodotti per la casa, che portano il marchio delle aziende leader di mercato. E questa spesa annualmente gli costa 6.350 euro. Se sei interessato maggiormente a una spesa di questo tipo, il posto più conveniente è Emisfero, una catena di ipermercati diffusa soprattutto nelle regioni nordorientali. Subito dopo due insegne di grandi dimensioni: gli ipermercati Galassi e Familia Superstore. Anche l’insegna Esselunga vanta una buona posizione nella classifica, mentre, a sorpresa, dopo quattro anni da vincente come catena più economica della nostra indagine, U2 Supermercato perde la palma d’oro e scivola in quarta posizione, accanto ad Auchan e Bennet.

Se si passa dall’insegna più cara in città a quella più economica, in una stessa città, si possono risparmiare in media 590 euro all’anno, ma nelle città in cui la concorrenza è alta si può arrivare persino a un risparmio di 1.100 euro. Parliamo in questo caso di Pordenone, Torino, Cuneo o Napoli, mentre molto scarse sono queste opportunità a Reggio Calabria e Caserta.

Se scegli la marca dell’insegna: Iper
Se si sceglie invece di acquistare prodotti a marchio commerciale (ovvero quei prodotti che richiamano all’insegna della catena), il risparmio sulla spesa finale cresce ulteriormente, arrivando anche al 30%, pari a 1.800 euro in un anno. In questo caso la catena più conveniente in cui fare la spesa è Iper, i cui prodotti costano ben il 43% in meno degli stessi prodotti di marca. Anche U2 (che, anche per questo carrello perde il suo primato rispetto allo scorso anno) ha prezzi così economici ma viene penalizzato nel punteggio perché ha un assortimento inferiore: non tutte le insegne, infatti, producono ogni tipo di prodotto ed è difficile nella realtà riuscire a fare una spesa esclusivamente di questo tipo

Se vuoi il più economico: Eurospin
Se invece sei intenzionato a fare la spesa più economica possibile, senza badare minimamente al marchio, la scelta migliore sono gli hard discount. Per ognuna delle categorie dei nostri prodotti abbiamo comprato anche quelli dal prezzo più basso presenti sullo scaffale, per vedere qual è la catena più conveniente: Eurospin è in testa e anche quest’anno si aggiudica il titolo di catena più economica in assoluto. A seguire LD Market, D-Più Discount, Penny Market, Lidl, Md Discount, In’s Mercato, Prix Quality. La catena che ne esce peggio è Crai, addirittura più cara del 74%.
Le cifre che si possono risparmiare in questo caso diventano molto alte e possono fare una bella differenza sul bilancio familiare. Chi abbandona i prodotti di marca di iper e supermercati per quelli più economici del discount risparmia in media il 51%, cioè 3.100 euro, con punte che arrivano a 3.500 euro ad Aosta e Trieste, dove la spesa di marca è cara in quasi tutti i punti vendita visitati.

Bergamo nella media con 6.331 euro
Nel giro d’Italia della convenienza, a fronte di una spesa media (dati Istat) di 6350 euro all’anno per famiglia tipo, a Verona è possibile ottenere il risparmio più consistente: scegliendo i punti vendita più interessanti in un anno in media si abbatte la soglia dei 6000 euro – nessun’altra grande città in Italia offre di più. Seguono Arezzo, Firenze, Pistoia e Pisa – Toscana la regione più virtuosa tra tutte. In fondo alla classifica Palermo, Ascoli Piceno, Pescara e Aosta, dove la spesa costa 600 euro in più della media nazionale. Bergamo si posiziona nella media con 6.331 euro.

Dove non c’è dinamica concorrenziale i prezzi si allineano verso l’alto e lì stanno. Dove invece si fronteggiano insegne a suon di sconti chi vince è il consumatore e il suo portafogli ci guadagna: a Pordenone, Torino o Cuneo, e anche Napoli, il delta del risparmio supera i mille euro. Al contrario, scarse possibilità a Reggio Calabria e Caserta: solo 150 euro di differenza tra punti vendita più e meno cari.

Altroconsumo ha seguito i tre profili di spesa diversi degli italiani: che si scelgano prodotti di marca, quelli meno cari dell’insegna o che si vada all’hard discount è sempre possibile realizzare la spesa necessaria ritagliando un margine di risparmio. Da un punto vendita all’altro gli esperti dell’organizzazione di consumatori hanno rilevato su uno stesso prodotto di marca differenze del +175% (un’acqua gassata) o di +122% (un olio extravergine).

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