Annega a 14 anni in vacanza davanti ai suoi amici

La vittima è un ragazzino di origine senegalese. La disgrazia in un fiume in provincia di Taranto

La vacanza in Puglia si è trasformata in tragedia per un ragazzino di 14 anni di origine senegalese, che abitava a Bottanuco. Dopo essersi tuffato nelle acque del fiume Chidro a San Pietro in Bevagna, località nei pressi di Manduria, Demba Gningue non è più riemerso. La tragedia si è consumata nel tardo pomeriggio di giovedì scorso, sotto gli occhi di alcuni amici del ragazzino, che invano si sono tuffati in acqua nel tentativo di salvare il quattordicenne.

Demba si è tuffato nel punto del fiume dove l’acqua è più alta, da un trampolino in cemento situato nei pressi della foce, in uno dei tratti più caratteristici della costa ionica. I suoi amici hanno assistito alla scena da lontano: quando hanno visto che Demba, dopo l’ennesimo tuffo, non è più riemerso, sono accorsi verso il fiume, ma del quattordicenne - inghiottito dalle acque - non c’era più traccia: il tratto in questione è nfatti pieno di alghe e la visibilità, sott’acqua, è molto scarsa.

Dopo essersi tuffati nel tentativo di salvare l’amico, i ragazzini non hanno potuto far altro che chiedere aiuto. Sul posto sono subito arrivati i vigili del fuoco, oltre a carabinieri e polizia e al personale del 118. Alle ricerche di Demba Gningue hanno partecipato anche i numerosi bagnanti che erano sulla spiaggia al momento della disgrazia. L’arrivo dei mezzi di soccorso si è purtroppo rivelato difficile per la presenza di parecchie auto parcheggiate lungo la strada che porta alla spiaggetta. Dopo circa due ore il corpo ormai senza vita di Demba è stato recuperato da un appassionato subacqueo pugliese, di Francavilla Fontana, che si è immerso con maschera e pinne. Il personale del 118 ha constatato la morte, ma Demba non presentava ferite: come ha poi confermato l’autopsia, il senegalese è morto per annegamento.

La salma di Demba Gningue è stata riportata in Senegal, dove martedì pomeriggio sono stati celebrati i funerali. La notizia della tragica morte del quattordicenne ha destato commozione a Bottanuco, dove Demba abitava da tre anni coi genitori e due fratelli, e a Medolago, dove il ragazzino aveva abitato assieme alla famiglia dal 1997 al 2001 e dove militava ancora nella locale squadra di calcio. Demba viveva in un appartamento al primo piano di una palazzina di via Partigiani 1 - la stessa che ospita l’ufficio postale di Bottanuco - assieme al padre Momar Gningue, 39 anni, operaio in una ditta di Dalmine, alla madre Ndeye-Fatoy Diagne, casalinga di 38 anni, e ai due fratelli, Massamba di 17 e Pape Mbar di 10. Quella di Demba è una delle due famiglie senegalesi che vivono a Bottanuco, in paese è conosciuta e bene integrata. Il ragazzino aveva frequentato la seconda media.

L’altra famiglia è quella di Ibrahim Ngom, collega di lavoro del padre del quattordicenne annegato: «Conoscevo molto bene Demba: era un ragazzino molto allegro. Finite le scuole era andato con la madre dallo zio in Puglia, dove sarebbe rimasto fino a settembre. Proprio la domenica prima della disgrazia anche il papà, che era in ferie, li aveva raggiunti. Il 13 luglio scorso il papà aveva portato in Italia anche la figlia più piccola: voleva che la famiglia fosse unita. E invece è successa questa tragedia».

(19/08/2004)

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