Arlecchino sfratta la fontana 

Arlecchino sfratta la fontana Sì alla proposta di conciliazione: la statua sarà collocata su un altro manufatto al posto della vasca Ma l’assessore Puppi avverte: se la soluzione fosse troppo onerosa non rimarrebbero che le vie legali

Altro giro di valzer nell’interminabile vicenda dell’Arlecchino di largo Rezzara. Se la proposta di conciliazione avanzata nell’udienza dello scorso 28 aprile e avallata ieri sera dal Consiglio comunale (21 voti a favore e una sola astensione, quella del consigliere di An Giorgio Goggia) verrà perseguita dalla giunta fino in fondo, il nuovo «scenario» sul sagrato della chiesa di San Leonardo potrebbe essere questo: via la vasca del professor Alberto Garutti, che proprio contro la collocazione della statura sull’opera da lui stesso realizzata aveva avanzato ricorso di fronte al tribunale di Milano, e semaforo verde per l’Arlecchino che però, a questo punto, verrebbe sistemato su un altro arredo urbano.

Per il resto si tratterebbe di regolare le questioni economiche ancora pendenti con il pagamento delle competenze dovute al professore e quantificate in 5 mila euro (più un contributo alle spese legali di 10 mila) che verrebbe devoluto in beneficenza a un ente no profit indicato dallo stesso progettista (si parla degli Ospedali Riuniti). Dopo la schiarita nell’udienza del 28 aprile – nella quale sono state gettate le basi per una composizione della vertenza che nei mesi scorsi aveva raggiunto toni particolarmente aspri – le parti si sarebbero dovute incontrare nuovamente in tribunale il 12 maggio, ma l’udienza è stata fatta slittare a giugno.

Polemico il centrosinistra, i cui rappresentanti sono usciti dall’aula al momento della votazione. «Non c’è alcun motivo di trattare con un urgenza questo argomento – hanno sottolineato sia Gian Gabriele Vertova (Ds) che Roberto Trussardi (Rifondazione comunista) – al sindaco e alla giunta non serve alcuna autorizzazione preventiva. Dovranno piuttosto agire come riterranno più opportuno». Cosa che, comunque, l’Amministrazione sembra intenzionata a fare.

«Terremo ovviamente conto dell’indicazione del Consiglio – ha commentato a margine della seduta l’assessore ai Lavori pubblici, Marcello Puppi – ma fondamentalmente la questione è economica. Se l’operazione dovesse rivelarsi troppo onerosa, non resterebbe che proseguire sulla strada legale».

Per il resto l’ultima seduta dell’amministrazione Veneziani è scivolata su binari di tutto relax in un clima più vacanziero che pre-elettorale. Qualche «addio» (Ebe Sorti Ravasio, Alberto Scanzi, e Raffaella Bordogna solo per citare gli interventi più sentiti), i ringraziamenti del Consiglio al suo presidente Gianfranco Ceci (164 presenze su 164 sedute) e quelli del sindaco a tutti i consiglieri e assessori per il lavoro «svolto con tanto impegno». Infine la routinaria approvazione del consuntivo 2003: 21 voti a favore, 8 contrari (centro-sinistra), 3 astenuti (Lega nord). Poi tutti a cena in Città Alta. Con un ultimo pensiero rivolto, però, all’Africa: su proposta del diessino Simone Paganoni il gettone di presenza della seduta è stato devoluto al progetto promosso dal console onorario del Ghana Marcello Moro per l’acquisto di kit anti-malarici da inviare al reparto di pediatria dell’ospedale di Konongo-Odumasi di Accra con cui è gemellato anche l’asilo nido «La casa dei bimbi» di Bergamo.

(26/05/2004)

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