Autunno 2004, caldo record E le piante rifioriscono

Autunno 2004, caldo recordE le piante rifiorisconoLa Coldiretti: «Maltempo e alte temperature sono gli effetti dei cambiamenti climatici»

«Se la mancata caduta delle foglie dagli alberi è il principale effetto delle alte ed inusuali temperature che si stanno registrando in questi giorni, immediatamente visibile sulla natura, sono molte le conseguenze sulle coltivazioni del caldo record che sta caratterizzando l’autunno 2004». È questo quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che si sta verificando un allungamento del ciclo vegetativo delle piante che ha determinato un ritardo nella caduta delle foglie ma anche uno sfasamento nella maturazione dei frutti con i tempi di raccolta per mele e pere anticipati di dieci-quindici giorni e la comparsa di fenomeni anomali come la rifioritura sporadica di susini nelle piantagioni. «Ma i cambiamenti climatici - sottolinea la Coldiretti - stanno anche condizionando l’attività agricola e le pratiche colturali storicamente seguite in campagna tanto che le alte temperature fanno suggerire un ritardo nelle semine, tradizionalmente effettuate in questo periodo». L’obiettivo è quello di evitare che il caldo favorisca germogliamenti anticipati con piantine che potrebbero essere danneggiate dai prevedibili abbassamenti di temperatura e gelate future. «Il caldo di questi giorni - continua la Coldiretti - determina peraltro importanti risparmi energetici nella coltivazione di ortaggi e fiori in serra che richiedono un minor impiego di gasolio per il riscaldamento e un conseguente contenimento dei costi di produzione particolarmente apprezzato dagli imprenditori agricoli in tempi di caro petrolio. Non solo le elevate temperature ma anche il maltempo che ha interessato vaste aree del Paese è in realtà il risultato di cambiamenti climatici strutturali che in Italia si manifestano con un aumento dell’intensità delle precipitazioni, sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, aumento del numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, modificazione della distribuzione delle piogge e aumento delle temperature estive». Si tratta di una evoluzione destinata a produrre conseguenze strutturali sull’attività agricola poiché gli effetti si fanno sentire con un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture, la riduzione della riserva idrica, l’aumento dell’erosione in zone collinari ed alluvioni in pianura, anticipo di germogliamento per le piante coltivate, maggiore rischio per gelate tardive, aumento dell’incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti, stress idrico delle piante. «Si tratta di processi - conclude la Coldiretti - che rappresentano una nuova sfida per l’impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio».

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