Baby spacciatori a Costa Volpino
«Denunciare è stata la cosa giusta»

«Mio figlio non ha mai fumato marijuana, l'ha solo acquistata e quando io e mia moglie ce ne siamo accorti siamo andati fino in fondo. Non volevamo che questa terribile esperienza potesse capitare ad altri bambini». È categorico il papà di uno dei dodicenni coinvolti nella storia.

«Mio figlio non ha mai fumato marijuana, l'ha solo acquistata e quando io e mia moglie ce ne siamo accorti siamo andati fino in fondo. Non volevamo che questa terribile esperienza potesse capitare ad altri bambini».

È categorico il papà di uno dei dodicenni coinvolti nella brutta storia cominciata nel dicembre scorso e non ancora finita. Le indagini sono in corso, coordinate dai carabinieri di Costa Volpino, per identificare altri eventuali spacciatori e baby consumatori di marijuana, quasi tutti studenti dell'istituto comprensivo del paese.

L'unica certezza è che il quindicenne accusato di aver ceduto l'erba a un bambino di 10 anni e a due di 12 e rinchiuso da sabato al «Beccaria» di Milano per furto di gioielli, da ieri mattina è stato trasferito in una comunità protetta in attesa di processo. Tutto il resto è ancora in fase di accertamento dai carabinieri che tengono la bocca cucita.

Il padre, invece, ha deciso di raccontare il suo punto di vista (omettiamo le generalità a tutela del figlio minorenne). «La scuola – dice – ha fatto la sua parte, ma avrebbe dovuto fare maggior chiarezza fin da subito con genitori e insegnanti. Se io e mia moglie non avessimo denunciato l'accaduto al dirigente scolastico nessuno avrebbe saputo niente. Era la cosa più giusta da fare, una scelta comunque difficile, perché molti genitori avrebbero taciuto per paura di essere giudicati. Invece a noi non importava niente, eravamo preoccupati per nostro figlio e per gli altri bambini. La sincerità paga sempre e anche oggi a distanza di mesi sono sicuro di aver preso la decisione giusta».

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