Bar e locali, ecco le regole
Coprifuoco alle 24. Non per i virtuosi

Pronta la bozza del «Regolamento per la convivenza tra le funzioni residenziali e le attività degli esercizi commerciali e artigianali alimentari, dei pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e di svago nel territorio cittadino».

Si tratta delle tanto attese regole per la «movida», che arrivano dopo la bocciatura del Tar per l’ordinanza del sindaco che limitava gli orari dei locali di Borgo Santa Caterina, giudicandola uno strumento non idoneo.

I primi paletti sono quelli sugli orari: in estate i locali potranno restare aperti dalle 6 del mattino fino alla mezzanotte e mezza il venerdì e sabato e i prefestivi, mentre dovranno chiudere a mezzanotte la domenica e durante la settimana. Nei mesi invernali, invece, i limiti si spostano all’una e un quarto della notte il venerdì e sabato, mentre a mezzanotte e mezza durante gli altri giorni della settimana.

Gli impegni degli esercenti

Il sindaco – precisa la bozza – può concedere deroghe a tali orari in caso vengano sottoscritti «specifici accordi» tra esercenti e Comune per minimizzare l’impatto delle attività di pubblico esercizio e di svago. In particolare, gli accordi tra esercenti e Comune devono prevedere l’assunzione di almeno 6 di questi impegni: a) insonorizzazione dei locali (e degli eventuali dehors chiusi) ovvero apposizione di limitatori agli impianti elettroacustici di diffusione sonora, tarati e certificati da Arpa; b) impegno ad adottare ogni utile accorgimento al fine di contenere, in particolare nelle ore serali o notturne, ogni comportamento che, negli spazi, aree o luoghi interni ed esterni ai locali nell’arco di un raggio di almeno 10 metri dagli ingressi dei locali, generi disturbo alla quiete pubblica ad esempio mediante l’utilizzo di proprio personale, steward urbani e/o addetti all’assistenza alla clientela; tale impegno deve essere necessariamente sottoscritto nell’ipotesi in cui, a seguito di appositi accertamenti operati dagli organi competenti, emerga la necessità di operare un contenimento del clima acustico dell’area; c) posizionamento di cestini e posaceneri nelle immediate adiacenze dei locali; al termine della serata tali supporti dovranno essere rimossi a cura dell’esercente; d) organizzazione di eventi in collaborazione con il Comune; e) punto Wi Fi gratuito accessibile durante l’intero orario di esercizio; f) messa a disposizione di spazi all’interno dei locali per artisti locali o per altre attività culturali; g) convenzione con parcheggi nelle aree limitrofe; h) non presenza di slot machine e apparecchi Vlt; i) organizzazione – entro le ore 00,30 – di navette per il trasferimento dei clienti in discoteche e locali di intrattenimento e spettacolo.

I «premi» del Comune

Chi rispetta gli impegni può essere premiato anzitutto, se soggetto a restrizione di orario, col «prolungamento dell’orario di apertura di mezz’ora rispetto all’orario di chiusura stabilito» ma anche il «riconoscimento da parte dell’amministrazione della qualifica di locale virtuoso attestata da specifico logo e ospitalità sul sito del Comune». È anche prevista la «promozione da parte del Comune di iniziative di valorizzazione dei luoghi» e infine la «individuazione e messa disposizione a canone agevolato, di spazi pubblici per il periodo estivo in cui svolgere manifestazioni ed esercitare la somministrazione; gli spazi pubblici saranno individuati in aree a basso impatto rispetto al tessuto residenziale».

«Il passo del gambero»

Il regolamento per ora è in bozza ed è stato sottoposto all’attenzione di esercenti e gestori che non sembrano averla presa bene. Così commenta, dal suo profilo Facebook Luca Rebuzzi, barista del «Reef Café» di Santa Caterina: «Questo scellerato regolamento non solo farà fallire e chiudere in poco tempo i locali di Borgo Santa Caterina e le altre pochissime zone di aggregazione giovanile serale, ma farà si che non ci siano mai più altri luoghi di questo genere! Siamo in vista dell’Expo e faremo trovare ai turisti una città morta e spenta con il tasso di criminalità che si alzerà alle stelle anche dove non c’è mai stato! Inoltre invece di sfruttare l’indotto economico dato dal numero di visitatori che faranno scalo a Orio, obbligheranno a chiudere anche le attività economiche che già funzionano, creando disoccupazione per i dipendenti e debito per i gestori! Bergamo cambia passo...si, quello del gambero!».

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