Bettoni presenta il programma nel segno della continuità

Valerio Bettoni ha presentato al Consiglio il suo programma politico, puntando sulla continuità, le grandi opere, l’istruzione e il turismo. Per prima cosa, però, ha chiesto all’opposizione (il centrosinistra e la Lega) di proseguire nella politica del confronto dialettico e costruttivo che ha caratterizzato il suo primo mandato amministrativo: «Il fallimento dell’avversario politico sulle grandi questioni di indirizzo è anche il proprio insuccesso - ha detto Bettoni -. Troppo spesso per interessi di cortile o per il timore che venga meno la propria identità, si finisce col perdere tutti».

Continuità allora, anche sul versante della forte ricerca dell’autonomia: «Il federalismo è una scelta irreversibile», ma deve essere adeguatamente portato avanti sostenendo quegli enti che più di tutti sono a contatto con le esigenze dei cittadini, vale a dire i Comuni e le Province. Per questo Bettoni critica con decisione gli stop burocratici e di sostanza (leggi economici) che impediscono un efficiente svolgimento dei compiti della Provincia. Avanti con l’autonomia, allora, che non vuol dire, sottolinea il presidente, agire isolati, anzi. Nel segno della continuità e della volontà di non isolarsi Bettoni rilancia il Patto per Bergamo.

Nel concreto Valerio Bettoni ribadisce le due grandi carenze della terra orobica: infrastrutture e cultura. Sono le mancanze che di fatto ritardano, quando non impediscono, lo sviluppo. Perciò, dopo le questioni di metodo, le linee del leader di via Tasso mettono i piedi nel piatto delle opere. La Provincia è in prima fila nel partecipare ai grandi progetti viabilistici: «Siamo in campo per un totale di 2 miliardi e 339 milioni di interventi sulla mobilità: completamento dell’asse interurbano; Albano-Trescore; Brebemi; raddoppio ferroviario Bergamo-Treviglio; tramvia, parcheggio del nuovo ospedale», per dirne alcuni.

Ma c’è anche il versante dell’istruzione, della formazione, della cultura. Ancor più si punterà sulle scuole, efficienti e presenti capillarmente, per contrastare l’abbandono anzitempo, ma ancor più la Provincia scommetterà sull’eccellenza della formazione, su un rapporto sempre più stretto con la Camera di commercio che ha portato alla crescita di Servitec e del Polo tecnologico, nonché con l’Università nel segno di innovazione e ricerca come strumenti indispensabili per il rilancio dell’economia e non solo. La cultura, per il presidente della Provincia è anche un’occasione di sviluppo turistico: «Dobbiamo puntare con convinzione e con volontà sul fattore culturale. Molte città, pensiamo a Mantova e a Treviso, hanno costruito la loro fortuna attraverso scelte mirate, possiamo farlo anche noi».

(19/10/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA