Blitz anti terrorismo: arresti - Foto e video
Imam raccoglieva fondi, preso a Zingonia

Vasta operazione antiterrorismo della Polizia in sette province italiane nei confronti di appartenenti ad un’organizzazione terroristica internazionale affiliata ad Al Qaeda. La base operativa del network terroristico si trovava in Sardegna, ma aveva ramificazioni anche in altre province, Bergamo compresa. Un imam accusato di raccogliere fondi per i terroristi è stato bloccato a Zingonia.

L’indagine, diretta dalla Procura Distrettuale di Cagliari e coordinata dal Servizio Centrale Antiterrorismo (S.C.A.) della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, sta coinvolgendo le Digos di sette province italiane, tra cui la Bergamasca. Diciotto gli ordini di cattura, 9 dei quali eseguiti.

Dall’indagine, che ha permesso di sgominare il network fondamentalista, sono emerse intercettazioni dalle quali risulta che due membri dell’organizzazione hanno fatto parte della rete di fiancheggiatori che in Pakistan proteggevano lo sceicco Osama Bin Laden. L’attività investigativa della Polizia ha permesso di riscontrare come l’organizzazione provvedeva ad alimentare la rete criminale destinando una parte del proprio impegno al fenomeno dell’introduzione illegale sul territorio nazionale di cittadini pakistani o afghani che in taluni casi venivano anche destinati verso alcuni paesi del nord Europa.

Un imam e formatore coranico che operava tra Brescia e Bergamo era l’esponente dell’organizzazione fondamentalista addetto alla raccolta dei fondi da destinare ad attentati terroristici in Pakistan. L’imam era un dirigente del movimento pietistico Tablig Eddawa (Società della Propaganda) e stimolava le donazioni presso le comunità pakistano-afghane radicate nel territorio italiano. I fondi raccolti venivano poi inviati in Pakistan mediante membri dell’organizzazione.

In un caso è stato riscontrato il trasferimento di 55.268 euro mediante un volo per Islamabad in partenza da Fiumicino, omettendo di farne dichiarazione di possesso alle autorità doganali. Più di frequente però era utilizzato il sistema cosiddetto «hawala». Si tratta di un meccanismo di trasferimento valutario e occulto, basato sul legame fiduciario diffuso nelle comunità islamiche europee. Tale sistema consente di trasferire una somma di denaro all’estero consegnandola ad un terminale presente nello Stato estero, detto «hawaladar», che fornisce un codice identificativo segreto. I beneficiari della rimessa, tramite tale codice, possono prelevare la somma presso l’«hawaladar» della sede di destinazione.

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