Bossetti, presentato il ricorso
«Ecco perché va subito scarcerato»

I legali di Massimo Bossetti, in carcere con l’accusa di essere l’assassino di Yara Gambirasio, hanno presentato questa mattina al Tribunale della Libertà di Brescia ricorso in appello contro l’ordinanza del gip Ezia Maccora che ha respinto l’istanza di scarcerazione del carpentiere di Mapello.

I legali di Massimo Bossetti, in carcere con l’accusa di essere l’assassino di Yara Gambirasio, hanno presentato questa mattina al Tribunale della Libertà di Brescia ricorso in appello contro l’ordinanza del gip Ezia Maccora che ha respinto l’istanza di scarcerazione del carpentiere di Mapello.

Gli avvocati Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni sono usciti da Palazzo di Giustizia attorno alle 11,30 e sono stati immediatamente assediati da giornalisti, fotografi e telecamere.

«Il Gip che ha rigettato la nostra richiesta di scarcerazione del Bossetti - hanno detto - non ha risposto a tutti gli elementi di dubbio da noi sollevati. Per noi non ci sono i presupposti per tenere Bossetti in carcere, non vi sono esigenze cautelari, né gravi indizi di colpevolezza».

In particolare i legali hanno messo in discussione gli ormai noti 4 punti su cui poggia l’indagine.

1 Dna sugli slip e sui leggings di Yara. Gli avvocati hanno affermato di volerne «discutere in contraddittorio.

2. Celle telefoniche: Gli ultimi agganci del cellulare di Bossetti alle celle telefoniche non sono stati registrati a Mapello bensì a Brembate Sopra

3.Polvere di calce nei polmoni: Nella relazione della dott.sa Cattaneo riguardante l’autopsia si parla della presenza di polvere di calce nei polmoni solo nelle conclusioni e non negli aspetti analitici dell’esame autoptico.

4. La testimonianza del fratellino di Yara: il ragazzino parla di un uomo con il pizzetto su un’auto grigia che non è riconducibile alla figura del Bossetti

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