«Bus autostradali, fermare i tagli»
I pendolari: pronti alla mobilitazione

Monta la protesta contro la riorganizzazione delle linee della Z301 Bergamo-Milano che scatterà il 6 aprile. Il Comitato: non ci fermeremo, la nostra battaglia continua.

«Da decenni – scrive il Comitato di salvaguardia della linea Z301 – la corsa autostradale collega il centro delle due città, arrivando da Bergamo nel cuore di Milano, in piazzale Cadorna. Un servizio utilizzato quotidianamente da centinaia di pendolari, una linea nevralgica che consente a tutti di percorrere l’autostrada utilizzando il mezzo pubblico. Una linea che è anche una infrastruttura economica primaria: perché sono centinaia i dipendenti delle grandi aziende lombarde che raggiungono ogni giorno il posto di lavoro con il bus Z301: STM, Star, Bayer, Carta Sì e centinaia di medie e piccole imprese concentrate sull’asse autostradale».

«La voce era corsa tra le Organizzazioni sindacali – prosegue il comitato –. Le istituzioni, in testa la Città metropolitana, hanno silenziato la comunicazione, convocando i tavoli a cose fatte. Con un comunicato-beffa la Città metropolitana ha comunicato nei giorni scorsi che la linea verrà “attestata” a Sesto San Giovanni. Traduzione: chi arriva da Bergamo e dagli altri comuni della A4, e deve raggiungere la zona ovest di Milano, magari per prendere il treno a Cadorna Nord e raggiungere i comuni della zona di Varese, Novara, Como o della Brianza dovrà scendere a Sesto San Giovanni e congestionare la M1. Una linea chiave per Expo viene interrotta prima di raggiungere gli interscambi più utilizzati dai pendolari, e anche più redditizi per lo stesso gestore: Agrate, Cormano, Piazzale Laghi con le linee interurbane Movibus, Viale Certosa, Cadorna, la circonvallazione con la linea 90/91, il passante ferroviario (Domodossola), le linee tramviarie di Piazza Firenze, le nuove fermate M5 in apertura: si perdono tutti gli interscambi e tutti i punti di arrivo più utilizzati dai viaggiatori».

Colpiti, spiegano i pendolari. anche quelli che provengono dall’area ovest di Milano, e attraverso Cadorna dall’Ovest Lombardia e sono diretti verso Bergamo.« In sostanza – accusa il comitato – non si taglia una linea perché non rende, ma la si rende appositamente inefficace per poter giustificare i tagli. Tutto questo nell’indifferenza e nel silenzio delle Istituzioni, dalla Città metropolitana a Regione Lombardia: da loro solo imbarazzanti comunicazioni in neolingua burocratese, mezze ammissioni, e riunioni beffa. Un caso lampante di accanimento della classe politica contro i lavoratori, gli studenti, i cittadini. Un accanimento bipartisan. Ma anche un caso di incompetenza gestionale clamorosa, di incapacità di leggere le esigenze del territorio e di sostenere gli assi vitali dell’economia lombarda».

Quindi un appello all’assessore regionale ai Trasporti Alessandro Sorte: «È bergamasco – scrivono i pendolari –: come spiega questo taglio alla sua Città nell’anno di Expo? Perché non si potenzia un servizio pubblico ad alto utilizzo e lo si rende ancora più competitivo ed attrattivo invece di tagliarlo? E perché non si comunicano le decisioni in modo trasparente e aperto? Quali interessi sono in gioco e chi ci guadagna davvero? Le migliaia di pendolari interessati si rivolgono a politici e giornalisti ancora interessati agli interessi dei veri della gente, a chi ancora concepisce il suo lavoro come un servizio al territorio. C’è qualcuno così? Noi non ci fermeremo, la nostra battaglia di cittadinanza e di giustizia sociale continua. Chi ci sta, ci sostenga. Ora».

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