«Caro prof, le rivoluzioni le lasciamo a voi»
Botta e risposta sui giovani e la movida

Un giovane frequentatore di Santa Caterina scrive a Marco Marzano dopo l’editoriale del 23 giugno. Ecco un’anticipazione del botta e risposta su L’Eco di Bergamo in edicola il 27 giugno.

«Protestiamo per piccole cose, dite voi. Il sabato sera ci divertiamo perché crediamo in un mondo in cui essere felici è più importante di ogni ideologia – scrive Filippo Albertoni –. Scusate se non seguiamo i consigli e i metodi della generazione prima, ma il risultato della vostra rivoluzione non ci è piaciuto e ora, noi, proviamo a fare qualcosa di migliore». «Non perdiamo tempo nello scontro con il sistema; preferiamo iniziare da subito a lavorare per lasciare un mondo migliore ai nostri figli. Credete che la vostra generazione sia meglio della nostra; vi credete migliori... Guardate quello che avete combinato; guardate negli occhi i vostri nipoti... Se non avete il coraggio di chiedere scusa abbiate almeno la decenza di tacere».

Marzano risponde: «La sua generazione ha senza dubbio mille meriti e mille straordinarie qualità. Peccato che tra queste manchi molto spesso la vocazione a considerare rilevante lo spazio pubblico: quello delle decisioni collettive, del bene comune, della politica». «Io – aggiunge – al pari di tante altre persone mature, sento la mancanza di un vostro ingresso in scena collettivo, di una vostra esigente rivendicazione di una diversa e migliore organizzazione sociale, politica, economica. Per questo vi chiedo di gettare alle ortiche quella cultura depressiva dell’eterno lamento sterile e improduttivo».

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