Caso Barillà, lo Stato contesta il risarcimento

Ricorso in Cassazione dell’Avvocatura, che ritiene troppi 4 milioni di euro per 7 anni e mezzo di ingiusta detenzione

Otto miliardi di vecchie lire per sette anni e mezzo di ingiusta detenzione sono troppi. Quattro milioni di euro per aver trascorso i migliori anni della propria vita, da innocente; in una cella sono una cifra troppo alta. La pensano così i legali dell’Avvocatura dello Stato che hanno deciso di ricorrere in Cassazione per bloccare il risarcimento record attribuito a Daniele Barillà, l’imprenditore milanese scambiato per un trafficante di droga, arrestato il 13 febbraio 1992 e assolto con formula piena dopo sette anni e mezzo di carcere, scontati in gran parte nella casa circondariale di via Gleno a Bergamo.

A meno di un ripensamento dell’ultima ora, per Barillà si prospetta l’inizio di un nuovo amaro capitolo della sua interminabile vicenda. A distanza di una manciata di giorni dal 7 febbraio scorso, quando uscì la sentenza di risarcimento e ci fu una vera e propria gara di solidarietà per Barillà, assieme a un fiume di parole trionfalistiche di politici e sottosegretari di Stato tese a riaffermare il concetto che anche lo Stato quando sbaglia paga, tutto torna a fermarsi.

La notizia dell’imminente ricorso dell’Avvocatura dello Stato è confermata da Daniele Barillà. «Già nei giorni scorsi - afferma l’imprenditore - circolavano indiscrezioni a Palazzo di Giustizia di Genova. L’avvocato Mauro Ferrando mi ha comunicato che i legali dello Stato sono già al lavoro per preparare il ricorso ed hanno tempo sino al 26 febbraio. È inutile dire quale sia il mio stato d’animo».

Se ricorso ci sarà, la Cassazione potrebbe accoglierlo o rigettarlo entro tre o quattro mesi. Nel primo caso il legale di Barillà potrebbe chiedere l’abbreviazione dei termini per giungere in fretta al dibattimento della Corte: in sostanza per la parola definitiva occorrerebbe come minimo un altro anno. Nel secondo caso, rigettando il ricorso la Cassazione porrebbe la parola fine e a Barillà verrebbe liquidata nel giro di un mese la cifra del risarcimento.

Su L’ECO DI BERGAMO del 21/02/2003

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