Caso Yara, venerdì il processo
Bossetti: voglio le telecamere

A meno di una settimana dall’inizio del processo nei confronti di Massimo Bossetti (fissato per il 3 luglio) la trasmissione di Canale 5 «Segreti e delitti» è tornata venerdì sera sul caso dell’omicidio di Yara Gambirasio, scomparsa a Brembate Sopra la sera del 26 novembre 2010 e ritrovata senza vita tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola.

Accusato di aver commesso il delitto, Bossetti è in carcere dal 16 giugno dello scorso anno: secondo l’accusa sarebbe stato lui, quella sera, a rapire Yara facendola salire sul suo furgone. Un documento della compagnia telefonica del cellulare della ragazza, però, dimostrerebbe – secondo quanto affermato nel corso di «Segreti e delitti» – che Yara si sarebbe diretta in direzione opposta. Alle 18,45 (poco prima che si spegnesse), il cellulare della giovane avrebbe agganciato la cella di via Ruggeri, a Nordest di Brembate, ovverosia in direzione opposta a quella indicata finora dagli inquirenti e a quasi 15 chilometri da dove fu rinvenuto il suo corpo.

Durante la puntata, inoltre, è stata mostrata anche una lettera scritta da Massimo Bossetti al consulente Ezio Denti. Dal carcere, Bossetti scrive: «Voglio le telecamere. Voglio lottare perché questo processo si svolga solo ed esclusivamente a porte aperte, così che chiunque possa prendere atto di tutte le dichiarazioni fatte da me e dall’accusa, perché non ho niente da temere o da nascondere. Questo è il mio grandissimo, solo e unico desiderio».

In un servizio, anche la testimonianza di una vicina di casa della famiglia Bossetti che conferma le parole di Marita Comi, la moglie di Bossetti: qualcuno avrebbe spiato e controllato la casa del muratore nei mesi precedenti all’arresto. Infine, è emerso che dopo la prima udienza del processo fissata per venerdì prossimo, la seconda tappa in tribunale sarà il 17 dello stesso mese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA