Cecile Kyenge a Bergamo:
«Quelle offese colpivano tutta l’Italia»

«Umanamente ho accettato le scuse di Calderoli, ma le offese andavano oltre la mia sensibilità e colpivano l’intera comunità italiana, di cui faccio parte, e la comunità degli immigrati che vivono in Italia». Lo ha dichiarato l’ex ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge, martedì 30 giugno in Tribunale a Bergamo.

Cecile Kyenge ha partecipato al processo che vede imputato per diffamazione aggravata dalla discriminazione razziale il senatore della Lega Roberto Calderoli, che il 13 luglio 2013, alla festa della Lega di Treviglio, paragonò l’allora ministro a un orango.

L’ex ministro era in aula come parte offesa. Non c’era, invece, Calderoli e i giudici hanno anche respinto l’istanza di legittimo impedimento presentata dai suoi legali. Nel caso fosse stata accolta, il processo sarebbe dovuto essere rimandato.

In aula l’ex ministro ha riferito ai giudici quanto accadde dopo l’offesa durante il comizio di Calderoli nella Bergamasca: «Mi mandò dei fiori nel mio ufficio da ministro - ha raccontato - e poi mi telefonò per chiedermi scusa. Dal punto di vista umano ho personalmente accettato le sue scuse. Mi sono però resa conto che le offese andavano ben al di là della mia persona».

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