Ci vuole una corretta alimentazione
Spesa «salvacuore» con i bambini

Basta entrare in qualunque supermercato per rendersene conto: le strategie di marketing fanno a pugni con le regole basilari di una corretta alimentazione, considerata tra le strategie vincenti per mantenere in salute il proprio cuore..

Basta entrare in qualunque supermercato per rendersene conto: le strategie di marketing fanno a pugni con le regole basilari di una corretta alimentazione, considerata tra le strategie vincenti per mantenere in salute il proprio cuore.

Vicino alle casse è disponibile una grande scelta di snack ipercalorici, mentre sui ripiani più bassi degli scaffali, a portata di bambino, sono abilmente collocate merendine confezionate con l’immancabile sorpresa ispirata al personaggio dei cartoni animati del momento. Anche le offerte e le vendite promozionali raramente riguardano i cibi salutari, come frutta e verdura, a favore invece di cibi grassi e zuccherati.

Sul fronte pubblicitario la situazione non è più rassicurante: nella fascia oraria compresa tra le 16 e le 19, quella destinata ai bambini, viene trasmesso uno spot di merendine ogni 5 minuti. E se negli Stati Uniti le reti Walt Disney dal 2012 non pubblicizzano più junk food, il cibo spazzatura trova sempre nuove vie, come sostiene un recente studio dell’Università di Yale, con una massiccia presenza sui social network e nei siti web preferiti proprio dai bambini.

Di fronte al potere incontrastato del marketing moderno, diventa difficile dire di «no» ai propri figli quando chiedono di comprare la nuova merendina reclamizzata o di fermarsi al fast food. È notizia di poche settimane fa la ricerca commissionata da una nota catena di supermercati in Gran Bretagna, secondo la quale il 52% dei genitori è in difficoltà nel far seguire ai propri figli una dieta più salubre anche a causa dei numerosi espositori di snack, caramelle e cioccolatini posizionati alle casse dei supermercati.

Il 68% dei genitori dice di essere «tormentato dai propri figli per l’acquisto di questi prodotti non salutari e due terzi ha ammesso che qualche volta, se non addirittura sempre, acquista snack alla cassa per i piccoli di casa. E’ quindi fondamentale contrastare le strategie di marketing, insegnando ai bambini perché certi cibi fanno bene e certi no, quali si possono mangiare tutti i giorni e quali meno e spiegare loro i vantaggi che una sana alimentazione porta alla salute.

È con questo obiettivo che l’ospedale Papa Giovanni XXIII ha aderito anche quest’anno all’iniziativa «Cardiologie Aperte» promossa dalla Fondazione per il Tuo cuore dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco). A scendere in campo la cardiologa Roberta Rossini che ha incontrato i bambini della scuola dell’infanzia «S. Chiara» di Bergamo in due occasioni: nel corso del primo incontro il medico ha spiegato le principali norme di educazione alimentare e di fisiologia cardiaca, mentre il giorno successivo è stata organizzata una gita a un supermercato per una spesa «salvacuore», in cui i bambini hanno scelto i prodotti in base ai criteri della piramide alimentare appresi il giorno prima, imparando a resistere alle innumerevoli tentazioni.

Dopo gli incontri, i bambini hanno elaborato i contenuti appresi attraverso disegni e lavori grafici che sono stati esposti all’ingresso dell’ospedale in occasione della visita che hanno svolto al Papa Giovanni XXIII sabato 15 febbraio insieme alle loro famiglie. Il tutto accompagnato da palloncini a forma di cuore e frutta fresca, per ricordare ai piccoli quello che hanno imparato.

«È solo una goccia nell’oceano - ha spiegato Roberta Rossini, che da anni coordina l’iniziativa per la Cardiologia 1 dell’Ospedale di Bergamo -. Ci poniamo come interlocutori della scuola per la promozione della salute, rivolgendoci proprio ai più piccoli, ai destinatari più sensibili alle strategie di marketing, attraverso un’esperienza gioiosa, che ha anche il vantaggio di avvicinare le famiglie all’ospedale, luogo di solito associato solo alla malattia».

«Quella con la pubblicità è una lotto impari - ha aggiunto Michele Senni , direttore di Cardiologia 1 – Scompenso e trapianti di cuore dello stesso ospedale -. Noi, ma soprattutto i bambini, siamo esposti a pubblicità ingannevole, non veritiera, ma con un fortissimo impatto. Non è un caso che l’obesità in Italia sia in aumento. Ci stiamo avvicinando a un modello più anglosassone, consumiamo più junk food rispetto a prima. Dimentichiamo che la tradizione italiana è invece vincente dal punto di vista della prevenzione cardiovascolare e oncologica».

Sono infatti preoccupanti i dati forniti nel 2013 da uno studio promosso dal Ministero della salute e dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie: in Italia un bambino su tre è in sovrappeso. Fenomeno che deve essere attribuito, oltre a una scorretta gestione dei pasti (il 31% non consuma frutta e verdura, o lo fa un massimo di due volte a settimana), anche a un calo dell’attività motoria tra i più giovani: il 16% dei bambini pratica sport per non più di un’ora a settimana, durante l’orario scolastico, e solo un bambino su due pratica attività sportiva dopo la scuola. Una tendenza che porta bambini e ragazzi ad adottare uno stile di vita sedentario, con sempre più tempo passato davanti a videogiochi, Internet e televisione e quindi alla pubblicità, innescando un circolo vizioso pericoloso per la salute di un’intera generazione.

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