Clandestini a Lampedusa lanciano Sos a Redona

Il barcone con 90 clandestini, avvistato da un aereo militare al largo di Lampedusa, è stato «agganciato» da una nave mercantile. Il trasbordo degli immigrati è stato reso particolarmente difficoltoso dalle condizioni del mare. Ai soccorsi ha partecipato anche un elicottero della guardia di finanza che ha illuminato le operazioni e una nave della Marina Militare.

È finita così l’odissea per i clandestini dispersi nel mare in burrasca per 24 ore, avvistati grazie ad una segnalazione di una cittadina eritrea residente a Ranica che aveva chiamato il 113 dopo avere ricevuto una telefonata dal telefono satellitare di suo cugino, a bordo dell’imbarcazione.

Le ricerche sono durate tutta la giornata di oggi: il barcone, con un’ottantina di clandestini a bordo, è stato avvistato ieri sera a 50 miglia sud di Lampedusa. Lungo una quindicina di metri, l’imbarcazione era in difficoltà a causa delle proibitive condizioni del mare che nel Canale di Sicilia avevano raggiunto forza 6 con un vento che soffiava fino a 40 nodi.

La donna, colf presso una famiglia bergamasca e immigrata con regolare permesso di soggiorno, appena ricevuto il messaggio di aiuto da parte del parente, si era immediatamente rivolta al 113 che si è messo in contatto con la Questura di Agrigento e, successivamente, la capitaneria di porto di Lampedusa.

Da Bergamo sono stati poi forniti i numeri del telefono cellulare dal quale era partita dal chiamata, rendendo così possibile un contatto diretto fra chi si trovava sull’imbarcazione in pericolo e il personale incaricato del soccorso. In questo modo il 113 ha confermato per telefono alla giovane eritrea che le ricerche erano in corso e che l’imbarcazione sembrava essere stata avvistata. Il contatto si è però interrotto all’improvviso subito dopo l’allontanamento dell’elicottero che aveva «scortato» per alcune miglia il barcone, in attesa dell’arrivo delle navi militari.

Il cellulare, che risultava spento, è tornato poi a squillare, ma a vuoto, questa mattina intorno alle 7.30. Dopo circa mezz’ ora di tentativi, l’apparecchio non ha più dato segni di vita, come inghiottito nel nulla.

«Non so quando la barca sia salpata - ha detto la giovane eritrea che ha dato l’allarme, spiegando che, prima della telefonata drammatica ricevuta ieri, non sapeva che il cugino si fosse imbarcato per cercare di raggiungere l’Italia -: è stata una telefonata brevissima e convulsa. Io sapevo solo che lui era uscito dall’Eritrea due mesi fa e che si trovava in Sudan in attesa di trovare il modo di arrivare in Italia».

La bella notizia arriva alle 22.15 di questa sera quando una nave mercantile ha avvistato l’imbarcazione e ha tratto in salvo i clandestini dispersi.

(16/04/2004)

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