Coca e gelosia, l’operaio ammette:
«Ecco perchè l’ho accoltellata»

Convalidato l’arresto per tentato omicidio, maltrattamenti e lesioni: disposta la custodia cautelare in carcere.

Era sotto effetto della cocaina e ha avuto un attacco di gelosia quando alla moglie è squillato il telefonino. «Ero fuori di testa, abbiamo litigato. È stato un momento di rabbia, ma non era mia intenzione farle del male». Queste le parole di Massimo Strazzullo, 44 anni, di Bonate Sopra, al gip Alberto Viti.

Difeso dall’avvocato Gessica Franzoni, l’operaio ha ammesso tutto ricostruendo le fasi dell’accoltellamento della consorte Rosetta Muscerino, martedì intorno alle 13 nella loro abitazione alle Ghiaie di Bonate Sopra. La donna è in ospedale: prognosi riservata, ma non è in pericolo di vita e le sue condizioni nelle ultime ore sono sensibilmente migliorate.

«Io e mia moglie - ha raccontato - abbiamo problemi di droga e stiamo entrambi cercando di uscirne. Avevamo litigato una prima volta perché lei doveva andare da qualche parte e io volevo accompagnarla in auto, ma lei si rifiutava di salire perché la macchina era troppo sporca. Poi le è squillato il telefono e io ho avuto un attacco di gelosia. “Dammi il cellulare”, le ho urlato. Poi gliel’ho strappato di mano. Da lì non so cosa mi è preso, ho afferrato un coltello e l’ho colpita. Non mi sono reso conto di quello che ho fatto, ero sotto l’effetto della cocaina, che avevo assunto cinque minuti prima». Durante l’aggressione sono rimasti feriti anche il figlio Cristian di 20 anni e la figlia Marika di 21.

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