Collegio Celana, tante soluzioni
«Qui i profughi? nulla è stato deciso»

I lunghi corridoi, le aule e i laboratori sono lì, nell’immenso rincorrersi di portici che sono il segno distintivo del Collegio convitto Celana.

Quattrocentocinquanta anni di storia e oggi, perché la storia non si fermi e il Celana «possa continuare a essere un centro propulsore di attività e di cultura», si leva l’appello, «l’invito a enti pubblici e privati ad acquisirlo o a richiederne l’affitto, nelle modalità che riterranno più opportune».

Il senso di quanto è risuonato mercoledì sera 8 aprile a Caprino, durante il Consiglio d’amministrazione del Collegio, è un richiamo al territorio che - è stato detto durante la riunione - per anni ha chiuso gli occhi sulla crisi del Celana, la cui attività scolastica è terminata lo scorso giugno per la costante diminuzione degli alunni, 60 studenti in totale suddivisi in 18 classi dalla scuola media ai licei classico e scientifico, fino all’Istituto tecnico tecnologico.

Dal mondo della formazione all’accoglienza, gli sbocchi per il grande collegio adagiato sulla collina potrebbero essere molti: chi ha delle idee - butta lì il Cda - si faccia avanti con proposte concrete e sostenibili. Avanti quindi con proposte concrete e non «dei “si dice” ingigantiti», come il possibile arrivo dei profughi che nella valle è stato oggetto, in queste settimane, di assemblee e raccolte firme.

Proprio per fare chiarezza su questo punto, il Cda sottolinea come sul tema profughi non ci sia ancora nulla di deciso. Anzi, dopo l’incontro informale con il prefetto Francesca Ferrandino (che il Cda ringrazia per l’attenzione avuta nei confronti del Collegio), il Cda resta «in attesa di una richiesta scritta da parte delle competenti autorità, al fine di verificarne la fattibilità. Solo a seguito di tale richiesta il Collegio aprirà un confronto con la comunità di Celana e in seguito assumerà le proprie decisioni».

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