Colognola e lo sviluppo dell’aeroporto
«La salute non è un effetto collaterale»

L’associazione «Colognola per il suo futuro» dice la sua sullo sviluppo di Orio al Serio, alla luce del convegno di sabato 28 febbraio organizzato dal Ncd.

«Si è posto l’accento soprattutto sulle positive ricadute economiche, sui posti di lavoro, sulla ricchezza indotta, ma sembra quasi che il disagio della popolazione debba essere considerato solo un effetto collaterale, un po’ fastidioso ma necessario. Si è detto che la veloce crescita dello scalo non ha dato il tempo alla gente di “adattarsi” alla nuova situazione, che in Europa esistono altre realtà simili» si legge in un comunicato stampa.

«Ma perché la popolazione dovrebbe “adattarsi” a vivere in un ambiente avvelenato da un costante inquinamento, sia atmosferico che acustico, con pesanti ricadute sulla salute? (I recenti studi epidemiologici già evidenziano segnali di una situazione che rischia di evolvere in negativo). Ma perché si considera possibile ed anzi auspicabile la costante crescita di uno scalo che è innestato in un territorio fortemente e fittamente antropizzato, quindi con oggettivi, indiscutibili limiti al suo sviluppo? Per quanto ci risulta, in nessun altro Paese europeo ci sono situazioni così preoccupanti; in nessun altro Paese europeo si condannano aree residenziali, con migliaia di residenti, di scuole e di altri siti sensibili, a diventare zone di rispetto aeroportuale, cioè a dover subire un livello di rumorosità superiore a quello indicato dall’OMS come limite imprescindibile per la salvaguardia della salute!

«Solo nelle parole del sindaco di Orio abbiamo letto un senso di preoccupazione, un forte richiamo alla necessità di garantire la salute dei cittadini; per il resto, percentuali di sviluppo e di ricchezza sembravano presentati come dati assolutamente positivi, senza se e senza ma. Noi siamo invece convinti che il primo, fondamentale presupposto, affinché lavoro e ricchezza siano veramente una risorsa, sia quello di garantire la salute della popolazione: in caso contrario lavoro e ricchezza diventano armi contro la gente, diventano disvalore e non valore aggiunto!».

Potremmo citare molti casi in cui il prevalere degli interessi economici ha provocato gravissimi danni e lutti (ad esempio la produzione industriale di eternit a Casale Monferrato), ma preferiamo concludere riportando un passo importante della sentenza della Coste Costituzionale del 9 maggio 2013 che ha imposto l’alt all’Ilva di Taranto: sulla vita non si mercanteggia, non c’è contrapposizione tra diritto alla salute e diritto al lavoro perché quest’ultimo presuppone che il lavoro debba essere rispettoso dei diritti fondamentali della persona: salute, sicurezza, libertà e dignità umana».

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