Consorzio di bonifica: il ricorso soltanto sulla cartella e non sull’avviso di pagamento

Il ricorso agli avvisi di pagamento del Consorzio di bonifica, d’ora in poi, sarà dichiarato inammissibile. Per il presidente della Commissione tributaria provinciale, Ottavio Roberto, «il Consorzio di bonifica ha riconosciuto che gli avvisi di pagamento inviati ai contribuenti non hanno valore impositivo: servono ai proprietari per verificare eventuali errori, prima che sia emessa la cartella di pagamento vera e propria. Quindi i circa 800 ricorsi presentati dai contribuenti non hanno più ragion d’essere». Un orientamento peraltro emerso già dalle prime sentenze della Commissione tributaria, che, senza entrare nel merito, aveva però dichiarato inammissili la maggior parte dei ricorsi, ma non tutti. Ora tale posizione sembra diventare definitiva.

Per Mario Reduzzi, direttore del Consorzio di bonifica della media pianura bergamasca, è sempre stato detto che si trattava di un avviso bonario e i ricorsi non avevano senso. L’avviso serve al cittadino per indicare eventuali errori. Il ricorso si può fare una volta ricevuta la cartella esattoriale, che, peraltro, viene inviata proprio in questi giorni.

Ma per Roberto Margiotta, consigliere dell’associazione per la proprietà edilizia (Appe), il problema viene solo rimandato nel tempo e non risolto. Si ripartirà da zero facendo ricorso alle cartelle esattoriali, in quanto si ritiene che i contributi consortili richiesti ai proprietari nei centri urbani siano illegittimi alla base, al di là degli errori contenuti negli avvisi di pagamento. Una volta verificate le inesattezze dell’avviso, l’Appe consigllierà ai suoi associati di non corrispondere comunque i contributi, in quanto rappresantano un duplicato dell’Ici. Non si vuole assolutamente che il Consorzio venga abolito ma non si possono neppure imporre tributi senza che sia dato modo al cittadino di dimostrare il suo beneficio specifico dal servizio. Margiotta invita comunque il Consorzio a valutare l’ipotesi di aderire al condono tributario nazionale, consentito dalla legge. Sanare il contenzioso pregresso, quello del 2002, con un pagamento equo sarebbe un segnale di buona volontà. Per partire poi su basi legittime, ovvero chiedendo ai proprietari contributi adeguati agli effettivi benefici.

(23/03/2003)

Su L’ECO DI BERGAMO di sabato 29 marzo 2003

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