Credito Bergamasco addio
Sarà fuso nel Banco Popolare

Banco Popolare ha approvato il progetto di fusione per incorporazione del Credito Bergamasco e di banca Italease allo scopo di semplificare la struttura del gruppo. Lo ha comunicato, subito dopo la chiusura della Borsa, l’istituto guidato da Pier Francesco Saviotti.

Banco Popolare ha approvato il progetto di fusione per incorporazione del Credito Bergamasco e di banca Italease allo scopo di semplificare la struttura del gruppo. Lo ha comunicato, subito dopo la chiusura della Borsa, l’istituto guidato da Pier Francesco Saviotti.

I rispettivi cda della capogruppo e delle controllate - si legge in una nota - hanno approvato la fusione per incorporazione delle due controllate.

Il gruppo stima che le operazioni possano garantire un beneficio di oltre 50 punti base di Common Equity Tier 1 ratio.

Per la fusione con il CreBerg, società quotata controllata, è stato definito un rapporto di concambio che assegnerà 11,5 azioni Banco Popolare per ogni azione posseduta.

Sotto le nuove regole di Basilea III il patrimonio di terzi delle controllate (il 22% del Creberg è detenuto da azionisti di minoranza diversi dal Banco) non potrebbe essere interamente computato nel capitale primario del Banco. Da qui la decisione di Saviotti di offrire ai soci di minoranza la possibilità di trasformarsi in azionisti della capogruppo in cambio della loro quota di patrimonio.

Il progetto di fusione prevede che il Banco proceda a un aumento di capitale da 300,5 milioni di euro con l’emissione di 157,4 milioni di azioni che verranno scambiate - nel rapporto di 11,5 a 1 - con titoli del Creberg non in possesso del Banco (titolare del 77,8% del capitale della controllata). Lo scambio avverrà dopo il pagamento di un dividendo di 0,55 euro a valere sull’esercizio 2013.

“Il corrispettivo implicito al concambio garantisce un premio del 11,5% rispetto al prezzo ufficiale di ieri di Credito Bergamasco” rileva l’istituto veronese. I soci del Creberg avranno però la possibilità di sfilarsi dall’operazione facendo valere il diritto di recesso, in quanto da azionisti di una spa si ritroveranno soci di una cooperativa (il Banco).

Il progetto di fusione verrà votato il 24-26 aprile dall’assemblea dal Banco Popolare, assistito dall’advisor Mediobanca, e il 25 da quella del Creberg, coadiuvato da Merrill Lynch. L’approvazione all’unanimità del progetto da parte del cda del Creberg lascia presagire che la Fondazione Carilucca, titolare dell’11,5% del capitale, non eserciterà il recesso.

La fusione, assicura il Banco, “non modificherà il legame” del Creberg con il territorio, salvaguardato con la creazione di una specifica divisione territoriale con sede a Bergamo e il mantenimento della Fondazione Credito Bergamasco.

Le voci si rincorrevano, e fra i circa duemila dipendenti del Credito Bergamasco nelle ultime ore era cresciuta la preoccupazione per il futuro della loro banca. La Fabi, Federazione autonoma bancari italianii, aveva diffuso ai dipendenti un comunicato in cui si domandava a quale soluzione si sarebbe arrivati: «Riorganizzazione o soluzione finale?». «In questi mesi – scriveva il sindacato - abbiamo sentito di tutto, le solite voci su Ubi, poi di un interessamento di Bnp, e ancora,…. ”ci vendono per far cassa”, no ci tengono perchè non solo non ci sono compratori ma la componente patrimoniale di questo gruppo senza la presenza del Creberg,a quanto ammonterebbe?».

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